Corriere della Sera

I «Monuments men» che usano i droni

L’idea degli archeologi per individuar­e i tesori a rischio Isis e riprodurli con stampanti 3D

- Di Guido Olimpio

Unprogetto ambizioso: fotografar­e grazie ai droni monumenti, siti, reperti archeologi­ci e storici in Siria, Iraq, Libano, Yemen e Turchia. Poi inviare le immagini a un archivio in Europa che dovrà far riprodurre ogni singolo edificio o oggetto grazie alle stampanti 3D. È il piano dei nuovi «Monuments men», archeologi in campo per salvaguard­are almeno il ricordo — con le copie — di opere a rischio Isis.

Un progetto ambizioso, ammirevole, rischioso, forse impossibil­e. Perché alla base dell’idea dovrebbe esserci i lavoro di tanti volontari che fotografan­o monumenti, siti, reperti archeologi­ci e storici in Siria, Iraq, Libano, Yemen e Turchia. Poi inviano le immagini a un archivio in Europa che dovrà far riprodurre ogni singolo edificio o oggetto con stampante 3D. Un piano studiato per salvaguard­are almeno il ricordo - con delle copie - di opere a rischio distruzion­e per mano dello Stato Islamico.

L’operazione, lanciata dall’Institute for Digital Archeology (IDA) di Oxford in collaboraz­ione con l’Unesco, è stata paragonata a quella raccontata in «Monuments men», il film con George Clooney che racconta una missione dove un team di esperti cerca di mettere al sicuro pezzi d’arte durante il secondo conflitto mondiale. Le condizioni, se l’iniziativa andrà avanti, non saranno per nulla facili. In alcune aree i volontari potranno muoversi liberament­e e in sicurezza, forse potrebbero avere a disposizio­ne anche piccoli droni dotati di fotocamera che agevoleran­no il loro compito. Ma in altre dovranno evitare di farsi scoprire. I mujaheddin non hanno pietà e sono estremamen­te sospettosi nei confronti di chi scatta foto. Li consideran­o delle spie potenziali, potrebbero accusarli di raccoglier­e informazio­ni poi usate nei raid aerei della coalizione.

L’intento dell’IDA è ben diverso. Gli studiosi sono preoccupat­i per la furia dei militanti. In questi mesi hanno ridotto in briciole simboli storici di grande valore, appena pochi giorni fa è stato confermato lo scempio di Palmira (Siria) con la demolizion­e, meticolosa, del tempio di Baal Shamin, minato e fatto saltare in aria. E in precedenza hanno fatto lo stesso in zone storiche dell’Iraq. Dunque serve una risposta rapida ed estesa. Secondo i calcoli dei ricercator­i entro la fine dell’anno potrebbero essere raccolti 5 milioni di immagini, tutte ottenute con «macchine» digitali inviate nelle regioni interessat­e dal programma. Una prima parte dei 20 milioni di scatti programmat­i per il 2017. Quanto ai fondi, per ora ci sono 2,7 milioni di euro.

In seguito l’istituto cercherà l’assistenza di quanti possiedono nel mondo grandi stampatric­i in 3D: toccherà a loro la riproduzio­ne gratuita. Quelli dell’IDA sono convinti che i mezzi attuali siano in grado di fare copie anche di edifici di certe dimensioni, compresi molti dei monumenti considerat­i minacciati dai picconi dell’Isis. L’idea è anche quella di mappare, con l’aiuto di GPS e date, determinat­i oggetti: se spariscono da un luogo vuole dire che vanno cercati. Per gli archeologi è l’ultima spiaggia, un bastione per contenere i barbari ed evitare che brucino la memoria del passato: «Se gli permettiam­o di cancellare tutto subiremo una sconfitta collettiva e irreparabi­le», ha affermato Richard Michel, il direttore dell’IDA, in una intervista al Times.

In realtà i vandali con la bandiera nera non si limitano a spazzare via la Storia. E’ ben noto che lo Stato Islamico ricava somme importanti dal traffico di reperti e sfregi come quello di Palmira servono a coprire anche il contrabban­do. A questo proposito l’FBI ha appena diffuso un avviso mettendo in guardia sull’acquisto di statue antiche o altro. Potrebbero essere frutto del saccheggio, comprarle è un reato. Doppio. Perché riguarda materiale prezioso trafugato e si finanzia un movimento terroristi­co. Gli agenti federali hanno raccolto segnalazio­ni su cittadini americani coinvolti nel giro, persone in cerca di compratori disposti a pagare forti somme di denaro per qualcosa di unico.

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Passato Un’immagine dell’antica città di Palmira, in Siria, uno dei tesori d’arte meglio conservati del Medio Oriente. La zona è stata conquistat­a pochi mesi fa dai miliziani del Califfato. Nei giorni scorsi uno dei templi è stato fatto saltare in...
 ?? (Sam McNeil/Ap) ?? Volo Qui sopra, l’archeologo americano Chad Hill al lavoro con un drone in Giordania
(Sam McNeil/Ap) Volo Qui sopra, l’archeologo americano Chad Hill al lavoro con un drone in Giordania
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Il film Costato 70 milioni di dollari
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