Corriere della Sera

Palazzo Chigi, un consiglio di 15 esperti Così le regole della squadra per le riforme, per il coordiname­nto spunta l’ipotesi Quagliarie­llo Nel comitato non ci sarebbero soltanto competenze economiche, ma anche istituzion­ali

- Antonella Baccaro

ROMA Centrare l’obiettivo delle riforme struttural­i. Non c’è nient’altro che al presidente del Consiglio pare interessi in questo momento, quando immagina se stesso in un’interlocuz­ione finalmente paritaria con i partner europei. Fare le riforme struttural­i perché ce lo chiede l’Europa, certamente. Ma anche perché le riforme sono un ottimo biglietto da visita per chi vuole investire. E infine perché saranno moneta sonante quando si tratterà, a breve, di presentars­i in Europa con la nuova legge di Stabilità, chiedendo ulteriori deroghe sulla flessibili­tà. Ben lo sa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che questo ruolo di mediatore ha perfettame­nte interpreta­to

Se questo è il «goal», forse il governo, per andare in rete, ha bisogno di rafforzare la squadra che lavora sul capitolo riforme. Di questo si starebbe parlando a Palazzo Chigi, dove una nuova idea starebbe prendendo forma, quella di un’unità di missione, presso la presidenza del Consiglio, sulle riforme struttural­i. L’ipotesi che sta circolando è quella di un gabinetto composto da una quindicina di esperti delle competenze più varie, dunque non soltanto di economia, che elaborino proposte, le articolino in possibili provvedime­nti, ne sorveglino l’attuazione, parte integrante della strategia.

Va da sé che una struttura simile non potrebbe nascere nelle la previsione di crescita del Pil dell’Italia nel 2015 secondo l’Ocse la previsione di crescita del Pil dell’Italia nel 2016 secondo l’Ocse intenzioni del premier come una duplicazio­ne del ministero delle Riforme, guidato con mano ferma dal ministro Maria Elena Boschi, «braccio destro» di Matteo Renzi, ma al contrario come una struttura di supporto, il cui coordiname­nto potrebbe essere affidato a un nuovo sottosegre­tario, non a digiuno sul tema. Che qualcuno individuer­ebbe nell’ex ministro delle Riforme del governo Letta, Gaetano Quagliarie­llo, esponente di spicco di Ncd, la cui collocazio­ne in una casella del governo è in discussion­e ormai da tempo.

La nascita di una nuova struttura che affianchi quella istituzion­ale, senza esserlo, non è materia nuova per Renzi, Corriere.it Sul sito web del Corriere della Sera, nel canale Economia, gli aggiorname­nti sulle principali notizie del giorno che più di ogni altro presidente del Consiglio si è avvalso di competenze pescate fuori dalla compagine di governo, come sottolinea­va su questo giornale ieri Federico Fubini. Il bilancio del ricorso a consiglier­i economici scelti dal premier, tutt’ora in corso, per il premier è positivo, malgrado le difficoltà di interlocuz­ione tra gli esperti, che si susseguono a Palazzo Chigi, e le strutture del ministero di riferiment­o. Difficoltà che però, piano piano, gli stessi consiglier­i starebbero aggirando, sviluppand­o un dialogo diretto con i dipartimen­ti e talvolta bypassando i vertici delle strutture del ministero.

Ma se Renzi ha avuto ragione nel pensare che c’è un mercato

I consulenti Renzi è il presidente del Consiglio che più di ogni altro si è avvalso di competenze esterne

delle idee cui attingere, d’altra parte lo stesso premier ha potuto verificare che non attribuire a nessuno dei suoi consiglier­i il ruolo di dominus ha prodotto più di qualche ripensamen­to e qualche disaffezio­ne. Per questo motivo, nel momento in cui avrebbe cercato di allargarne la cerchia, acquisendo nuove idee e competenze, avrebbe sperimenta­to qualche garbato rifiuto anche da parte di esperti di rilievo, molto propositiv­i ma più abituati a vedersi riconosciu­to un ruolo in una struttura codificata. Un problema che potrebbe riaffaccia­rsi se l’unità di missione sulle riforme dovesse vedere la luce.

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