Palazzo Chigi, un consiglio di 15 esperti Così le regole della squadra per le riforme, per il coordinamento spunta l’ipotesi Quagliariello Nel comitato non ci sarebbero soltanto competenze economiche, ma anche istituzionali
ROMA Centrare l’obiettivo delle riforme strutturali. Non c’è nient’altro che al presidente del Consiglio pare interessi in questo momento, quando immagina se stesso in un’interlocuzione finalmente paritaria con i partner europei. Fare le riforme strutturali perché ce lo chiede l’Europa, certamente. Ma anche perché le riforme sono un ottimo biglietto da visita per chi vuole investire. E infine perché saranno moneta sonante quando si tratterà, a breve, di presentarsi in Europa con la nuova legge di Stabilità, chiedendo ulteriori deroghe sulla flessibilità. Ben lo sa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che questo ruolo di mediatore ha perfettamente interpretato
Se questo è il «goal», forse il governo, per andare in rete, ha bisogno di rafforzare la squadra che lavora sul capitolo riforme. Di questo si starebbe parlando a Palazzo Chigi, dove una nuova idea starebbe prendendo forma, quella di un’unità di missione, presso la presidenza del Consiglio, sulle riforme strutturali. L’ipotesi che sta circolando è quella di un gabinetto composto da una quindicina di esperti delle competenze più varie, dunque non soltanto di economia, che elaborino proposte, le articolino in possibili provvedimenti, ne sorveglino l’attuazione, parte integrante della strategia.
Va da sé che una struttura simile non potrebbe nascere nelle la previsione di crescita del Pil dell’Italia nel 2015 secondo l’Ocse la previsione di crescita del Pil dell’Italia nel 2016 secondo l’Ocse intenzioni del premier come una duplicazione del ministero delle Riforme, guidato con mano ferma dal ministro Maria Elena Boschi, «braccio destro» di Matteo Renzi, ma al contrario come una struttura di supporto, il cui coordinamento potrebbe essere affidato a un nuovo sottosegretario, non a digiuno sul tema. Che qualcuno individuerebbe nell’ex ministro delle Riforme del governo Letta, Gaetano Quagliariello, esponente di spicco di Ncd, la cui collocazione in una casella del governo è in discussione ormai da tempo.
La nascita di una nuova struttura che affianchi quella istituzionale, senza esserlo, non è materia nuova per Renzi, Corriere.it Sul sito web del Corriere della Sera, nel canale Economia, gli aggiornamenti sulle principali notizie del giorno che più di ogni altro presidente del Consiglio si è avvalso di competenze pescate fuori dalla compagine di governo, come sottolineava su questo giornale ieri Federico Fubini. Il bilancio del ricorso a consiglieri economici scelti dal premier, tutt’ora in corso, per il premier è positivo, malgrado le difficoltà di interlocuzione tra gli esperti, che si susseguono a Palazzo Chigi, e le strutture del ministero di riferimento. Difficoltà che però, piano piano, gli stessi consiglieri starebbero aggirando, sviluppando un dialogo diretto con i dipartimenti e talvolta bypassando i vertici delle strutture del ministero.
Ma se Renzi ha avuto ragione nel pensare che c’è un mercato
I consulenti Renzi è il presidente del Consiglio che più di ogni altro si è avvalso di competenze esterne
delle idee cui attingere, d’altra parte lo stesso premier ha potuto verificare che non attribuire a nessuno dei suoi consiglieri il ruolo di dominus ha prodotto più di qualche ripensamento e qualche disaffezione. Per questo motivo, nel momento in cui avrebbe cercato di allargarne la cerchia, acquisendo nuove idee e competenze, avrebbe sperimentato qualche garbato rifiuto anche da parte di esperti di rilievo, molto propositivi ma più abituati a vedersi riconosciuto un ruolo in una struttura codificata. Un problema che potrebbe riaffacciarsi se l’unità di missione sulle riforme dovesse vedere la luce.