Corriere della Sera

Plastica

- Matteo Persivale M.T.V.

La collezione Raw for the Oceans è fatta con il tessuto ibrido Bionic Yarn, composto dal 33% al 61% di plastica riciclata: metà di questa plastica è composta da bottiglie Pet recuperate dagli oceani, l’altra metà viene dai normali canali di riciclo

Bottiglie

Ogni collezione è composta da 10 tonnellate di bottiglie Pet raccolte dal mare, che equivale a 700 mila bottiglie per collezione

Detriti

Dal 2014 il progetto Raw for the Oceans ha raccolto 53 tonnellate di detriti in plastica; 51 su 53 erano bottiglie in Pet

«Il quartiere in cui sono nato, a Virginia Beach, si chiama Atlantis. Il primo ricordo della mia infanzia è il rumore del mare » . Chiedendo a Pharrell Williams, rapper e stilista, perché ha deciso di lanciare un progetto di moda ecososteni­bile — la Bionic Yarn che trasforma in tessuto la plastica riciclata e che attraverso la linea di abbigliame­nto Raw for the Oceans per il marchio olandese G-Star Raw ha fatto un successone — ci si aspetta una risposta normale, ma Pharrell è una figura tanto atipica da stupire anche con le risposte alle domande più semplici. E allora parla della sua Atlantide, gli appartamen­ti popolari dove è nato e cresciuto, della sua condizione — dalla nascita — di outsider. Invece di discettare sull’ascesa del genderless spiega con naturalezz­a la sua passione per i cappotti e le maglie da donna che indossa senza porsi il minimo problema di identità maschile (per un rapper che viene dalla cultura hiphop a alto tasso di misoginia e omofobia, basata su insulti come «bitch» e altro, si tratta di una presa di posizione tranquilla­mente rivoluzion­aria).

Parlare con Pharrell equivale a essere illuminati da un modo diverso di essere musicista hiphop, e da un modo diverso di essere stilista, imprendito­re, che è anche molto di più. Volevamo trovare una soluzione pratica al problema dell’inquinamen­to degli oceani. Una soluzione facile, accessibil­e, che può coinvolger­e un grande numero di persone. Era important far capire che non si tratta di un tema lontano, la vita degli oceani è fondamenta­le per la nostra. Noi veniamo da lì — a volte lo dimentichi­amo. Poi, è chiaro, il prodotto finale doveva essere molto bello». Ora che viaggia più con l’aereo privato che con lo skateboard non è sempliciss­imo restare al corrente di quello che succede nelle strade ma per Pharrell tutta la moda è influenzat­a da lì: «La strada resterà sempre l’ispirazion­e principale perché riflette i tempi, e lo farà sempre. Le strade che mi ispirano di più sono quelle di Tokyo: è la mia ispirazion­e numero 1. Se parliamo di artisti, invece, la mia ispirazion­e è Wes Anderson, sono un suo fan».

Le aziende si affannano a cercare di capire cosa sia cool, cosa ci faccia sembrare più belli, più alla moda. La risposta di Pharrell sarebbe disarmante («l’individual­ità è cool. L’individual­ità batte ogni altra consideraz­ione») se lui non fosse il primo profeta dell’individual­ità, lui che da ragazzo personaliz­zava le sue sneaker bianche con il pennarello­ne e adesso la Adidas lo paga per farlo; e se Ecologico Due ritratti di Pharrell Williams scattati da Anton Corbjin Sotto, alcuni capi della collezione Raw for the Oceans di G-Star Raw non si facesse fotografar­e all’uscita delle boutique di Céline — che non ha una linea maschile — con uno dei cappotti senza revers di Phoebe Philo nella borsa, cappotti da donna che lui indossa sereno perché gli piacciono. Perché esprimono la sua individual­ità. «Mi piace tanto anche Chanel; e adoro le maglie che stiamo fa- cendo con Raw for the Oceans, specialmen­te quelle da donna, sono quelle che attirano di più la mia attenzione».

Il suo segreto nella più recente veste di stilista? «La coscienza di avere sempre da imparare. La certezza dell’importanza del lavoro, della serietà dell’applicazio­ne». Il lato meno piacevole della fama globale? Outsider Mi sono sempre sentito un outsider e ora che sono famoso posso aiutare chi si sente così

«Zero vita sociale. Solo lavoro e famiglia». Tutto questo successo — nella musica ha il tocco di re Mida, quello tramutava in oro quello che toccava, lui in dischi di platino tutti quelli che produce — non ha modificato l’immagine che Pharrell continua a vedere nello specchio: «Mi sono sempre sentito un outsider, mi sono sempre sentito “altro”. E ora mi sento onorato se posso servire a chi si sente “altro”, per vedere che siamo in tanti a essere così».

Cristiano Ronaldo

Maria Sharapova

Neymar

Cristiano Ronaldo, Neymar Jr. e Maria Sharapova che si sono prestati a realizzare video interviste in cui si raccontano. «Chi sono fuori dal campo? Una persona normale. Amo circondarm­i della famiglia, mio figlio, i miei amici», afferma Cristiano Ronaldo in felpa camouflage. Il camouflage è scelto anche da Neymar Jr. Alla domanda «Quale eredità vorrebbe lasciare?», senza esitazione afferma: «Vorrei entrare nella storia». Infine, la tennista Sharapova che lunedì 31 sarà New York per gli Open: «Se non fossi stata una tennista avrei voluto essere un architetto. Ho sempre amato l’idea di vedere uno schizzo diventare qualcosa che le persone possono toccare», dice sotto il cappuccio over della felpa a cappa scelta in grigio scuro per esaltare l’incarnato chiaro. Campioni vanitosi.

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