La bella estate Tre milioni di turisti che non c’erano
Più 20% sulle spiagge, 4 milioni partono a settembre. «Boom legato a caldo e crisi greca»
Tre milioni: tanti sono gli italiani andati in vacanza, quest’anno, in più rispetto all’anno passato. Un dato che, in termini percentuali, si traduce in un +9 per cento. E che, per gli albergatori, significa una boccata d’aria necessaria, dopo anni di magra. Soprattutto se si pensa che quattro milioni di persone sono pronte a partire per le ferie a settembre. La regina delle presenze è stata, quest’anno, la Sicilia. Ma Federalberghi fa notare da un lato le consuete carenze infrastrutturali e, dall’altro, la forte concorrenza: «Croazia, Spagna e Grecia volano a doppia cifra».
L’estate più lunga di sempre. C’è chi l’ha definito così il periodo che da gennaio a settembre, oltre a tenere costantemente alta l’asticella del barometro, ha fatto respirare le casse degli albergatori e le strutture turistiche di (quasi) tutta Italia. Dopo anni di magra. E la rivoluzione meteo, del bel tempo continuo, sposterà nei prossimi giorni altri quattro milioni di italiani in vacanza. Un aumento del trentatrè per cento rispetto all’anno scorso. Un record per il mese di settembre.
I numeri della stagione estiva dell’anno 2015 sono più che confortanti. Un’indagine di Cna Balneatori dice che le presenze sulle spiagge sono aumentati del venti per cento. Mentre Federalberghi ci informa che oltre 30 milioni di italiani sono andati in vacanza con un balzo di quasi nove punti percentuali rispetto alla passata stagione. Grasso che cola se si pensa che solo due anni fa i vacanzieri erano stati 26,8 milioni.
La riscossa del Sud
La regina assoluta quanto a presenze è la Sicilia. Sui milioni di turisti italiani in giro per la Penisola a caccia di luoghi al mare (scelto dal 65 per cento), di montagna (Cortina su tutte), o di città d’arte (Roma in testa, con un più 5 per cento), uno su cinque ha scelto la terra che ogni giorno è sui giornali per le notizie sugli sbarchi di immigrati. L’appeal c’è, la Sicilia ne ha molto, dice Nico Torrisi, presidente di Federalberghi dell’Isola. Che però al boom di quest’anno offre una spiegazione di carattere internazionale. «Una mano ce l’hanno data la crisi greca e la paura del l’Isis. Tunisia ed Egitto, un tempo meta di molti vacanzieri, hanno riportato in casa turisti. Purtroppo restano i soliti problemi di infrastrutture». Torrisi è anche un albergatore. Racconta: « Un cliente aveva prenotato con tutta la famiglia. Voleva venire a Catania. Poi ha richiamato per disdire. Il volo Milano-Catania costava per una sola persona 450 euro. Sono andati a Barcellona».
Alessandro Massimo Nucara è il Direttore di Federalberghi. Descrive un quadro positivo, è soddisfatto dell’estate 2015, ma non dimentica le carenze e la forte concorrenza: Croazia, Spagna e Grecia che volano a doppia cifra (+ 10 per cento). La Sicilia è andata bene, la Calabria un po’ meno. L’Italia resta una superpotenza turistica a livello mondiale. Abbiamo un milione e cento mila posti letto. Moltiplicato per un anno potremmo accogliere 700 milioni di turisti. Siano alla metà. Qualcosa deve migliorare»
Bed & breakfast
I segnali che vengono dal Sud Italia fanno pensare a un’ inversione di rotta. La Sardegna si piazza appena dietro la Sicilia con un balzo del diciannove per cento di presenze in più. La Puglia è a ridosso (più tredici) e le prospettive sono di ulteriore crescita. Soprattutto, in una delle «voci» che hanno contribuito all’incremento dei turisti: il bed & breakfast. In Puglia questo ramo, sinonimo di turismo a bassi prezzi ma anche di un rapporto diverso con il viaggio e la natura, è salito di un secco venti per cento (come in Veneto). A livello nazionale, fanno sapere dall’Anbba, l’associazione nazionale dei bred & breakfast, l’incremento di appassionati di queste strutture è stato del dieci.
Marco Piscopo è il presidente di Anbba. «Il dato non mi sorprende. Non è frutto del caso. Chi va nel bred & breakfast lo fa perché è un turista che cerca un nuovo approccio al viaggio: visitare campagne, laghi, città d’arte. Firenze è il top in termini di numero di strutture». Piscopo spiega così il boom . «Fino a qualche anno fa era difficile fare entrare nella testa degli italiani la parola bed & breakfast. C’era chi diceva: che roba è?». E poi il comparto era in mano esclusiva delle fiere internazionali del turismo: «Favorivano le strutture alberghiere per via dei grandi
Il bilancio Oltre 30 milioni sono andati in ferie, il 9% in più rispetto alla passata stagione Scelte diverse Rapporto diverso con la natura e il viaggio: in aumento del 10% le presenze nei B&B
numeri. L’ostacolo della lingua e delle fiere è stato superato dalla Rete. L’accesso facile di Internet ha raddoppiato in pochissimi anni i clienti dei circa 150 mila bred & breakfast presenti in Italia».
Ma si spende di meno
La statistica non è una scienza esatta. I numeri si possono interpretare. Assoturismo (Confesercenti) non è convinta che la situazione del turismo sia così florida. Nonostante l’annata 2015. Claudio Albonetti è il suo presidente. Albergatore da diverse generazioni, la sua famiglia gestisce hotel sull’Adriatico. «La crisi non è andata via. La classe media è sparita, conseguenza di una crescita del Paese inesistente. Un dato? La spesa media delle famiglie italiane s’è ridotta: si arriva appena a 700 euro» (Federalberghi calcola in 786 euro la spesa per la vacanza comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti). Albonetti non si fa illusioni: «Dobbiamo dire chiaramente che siano stati aiutati dal meteo e dalle disgrazie altrui. Mi dispiace per loro ma è stato il terrorismo in Tunisia e in Egitto a riportare i turisti in Italia».