Arrestato un profugo per i coniugi uccisi
Catania, è un ivoriano di 18 anni: aveva pc e vestiti della vittima. Il marito sgozzato e la moglie buttata dal balcone
Lui sgozzato, lei gettata dal balcone. Sono stati uccisi così, senza pietà, un pensionato di 68 anni e sua moglie, 70 anni, a Palagonia (Catania). Arrestato un profugo ivoriano.
PALAGONIA (CATANIA) Li ha uccisi senza pietà sabato notte per depredarli di un cellulare, un pc portatile e una videocamera: Vincenzo Solano, 68 anni, meccanico in pensione, sgozzato nella stanza da letto al primo piano, sua moglie Mercedes Ibanez, 70 anni, spagnola della provincia di Barcellona, scaraventata nuda giù dal balcone. Quindi, si è tolto in gran fretta i vestiti intrisi del loro sangue ed è fuggito dalla villetta di via Palermo con indosso un paio di pantaloni, una maglietta e le stesse ciabatte del signor Vincenzo: è stata la figlia Manuela ieri sera nel commissariato di Caltagirone a riconoscere gli indumenti del genitore.
Quello è stato il momento in cui il capo della Squadra mobile di Catania, Antonio Salvago, ha capito finalmente che la pista imboccata era quella giusta e l’assassino era proprio seduto davanti a lui, l’ivoriano Mamadou Kamara, 18 anni, arrivato a Catania dal mare l’8 giugno scorso, lui come tanti, in questa lunga estate di sbarchi. «Non è vero, il cellulare l’ho trovato sotto un albero per strada», ha provato inutilmente a difendersi Mamadou, che dopo lo sbarco aveva chiesto di essere dichiarato profugo e per questo era ospite del Centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo di Mineo, finito tristemente nell’inchiesta di Mafia Capitale.
Il Cara di Mineo si trova a dieci chilometri da Palagonia e adesso, dopo quello che è accaduto, nel paese si respira aria pesante. C’è il rischio serio che si scateni la caccia al nero. «Il Cara crea problemi che noi dobbiamo gestire con poco personale, facendo fronte all’emergenza — conferma Giuseppe Verzera, procuratore di Caltagirone, colui che ha firmato il decreto di fermo per duplice omicidio e rapina aggravata nei riguardi dell’ivoriano —. Quello di via Palermo è stato un delitto efferato, macabro, ci siamo trovati davanti una scena incredibile. L’indagine però non si è ancora conclusa e la coordino io personalmente». Già, l’inchiesta non è finita e l’ipotesi infatti è che Mamadou non abbia agito da solo ma abbia avuto dei complici, altri extracomunitari che la Squadra mobile di Catania ora sta cercando
di individuare.
Ieri mattina, rientrando al Cara, Kamara era stato fermato dagli agenti all’ingresso, incuriositi dal pesante borsone che portava con sé: dentro c’erano un telefonino, un computer portatile e la videocamera. Così, sono scattati subito gli accertamenti, la polizia ha chiamato il primo numero in memoria sul cellulare e ha risposto Rosa, l’altra figlia dei
coniugi Solano, che fa la maestra a Rho: «È molto strano — ha detto la ragazza agli agenti — mio padre è una persona attenta, sono molto preoccupata». Allora è stata allertata la stazione dei carabinieri di Palagonia e in pochi minuti davanti al cancello della villetta è arrivata la pattuglia. Ieri mattina alle 9, i militari si aspettavano di dover raccogliere una semplice denuncia di furto.
Invece si sono trovati di fronte alla mattanza.
Mercedes Ibanez stesa nuda in cortile, il signor Vincenzo senza più vita su al primo piano, la casa a soqquadro, sangue dappertutto. Un nipote dei coniugi Solano, fuori dalla villetta posta sotto sequestro, non nasconde la rabbia: «Ora divento razzista».