Corriere della Sera

«Schengen non si tocca»

Alfano: finanziere­mo i progetti di accoglienz­a dei Comuni per il 95%

- Di Fiorenza Sarzanini

«Schengen non si tocca», dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano in un’intervista al Corriere.

ROMA Immigrazio­ne, sicurezza, ma anche unioni civili con un messaggio esplicito del ministro dell’Interno Angelino Alfano al premier Matteo Renzi: «La legge non era nel patto di governo, noi di Ncd ci sentiamo liberi di non votarla».

L’Unione Europea ha convocato un vertice straordina­rio sull’immigrazio­ne. Si arriverà a una vera intesa?

«Finalmente in Europa mi sembra prevalgano razionalit­à e concretezz­a. Purtroppo ci sono voluti centinaia di morti non solo nel Mediterran­eo, ma anche sulla rotta balcanica e dentro i Tir. Noi lo chiediamo da mesi e invece abbiamo dovuto affrontare la crisi dell’eurotunnel, i problemi enormi a Calais, la crisi diplomatic­a tra Grecia e Macedonia, i flussi massicci sulla rotta balcanica e il boom di richieste di asilo in Germania prima di ottenere una reale consapevol­ezza del problema».

La Germania si muove perché è in difficoltà?

«Io posso dire con tristezza che i morti nel Mediterran­eo erano stati sufficient­i a svegliare l’Europa ma non a determinar­e un’azione poderosa sulle frontiere. Ora si comprende che l’Italia è soltanto luogo di transito, il vero approdo sono i Paesi del Nord. Ma le resistenze non sono state soltanto dei tedeschi, anzi».

A chi si riferisce?

«Durante il vertice di luglio ho visto Francia e Germania fare la loro parte, mentre altri Stati appena entrati nell’Unione hanno creato tanti problemi. Deve essere chiaro che far parte dell’Ue garantisce vantaggi, ma richiede anche oneri e responsabi­lità».

Il presidente Renzi pone come priorità l’asilo europeo.

«È la strada giusta. Se c’è cittadinan­za europea e libera circolazio­ne ci deve essere il diritto di asilo europeo che non si regala a nessuno che non lo meriti. L’obiettivo è quello di impedire ai profughi di scegliersi il Paese dove andare, ma per raggiunger­lo bisogna avere una forte leadership politica: se si gioca a scaricare tutta la responsabi­lità sul Paese di primo ingresso, alla fine non ci sono Stati capaci di trattenere entro i propri confini una pressione epocale».

L’Italia è accusata di non essere in regola con fotosegnal­amento e centri di smistament­o.

«L’intero accordo si fonda su solidariet­à e responsabi­lità. Fare “hotspot” è responsabi­lità, dividere i migranti è solidariet­à. È inaccettab­ile affrontare subito l’intero carico di responsabi­lità e ottenere a rate la solidariet­à. Saremo responsabi­li nella misura e con la stessa progressiv­ità con cui gli altri saranno solidali».

Cosa risponde al suo collega francese che chiede di sospendere Schengen?

«Il trattato è una conquista di libertà: se si ritiene che per vincere la paura bisogna diminuire la libertà, ci troveremo tra qualche anno con paure peggiori avendo compresso al libertà di circolazio­ne».

Il ministro dell’Interno britannico annuncia che potranno

rimanere nel Regno Unito solo gli stranieri che lavorano.

«Finora c’è stata l’illusione di pensare che l’Europa non fosse un’area economica unica con reazioni elettorali uniche, ma fatta di tanti pezzettini, ognuno reattivo in modo diverso. Le proteste in Germania, i sondaggi inglesi con la preoccupaz­ione per l’immigrazio­ne e la crescita di movimenti razzisti xenofobi in Francia con Marine Le Pen e in Italia con Matteo Salvini hanno dimostrato che non è così».

I centri di accoglienz­a italiani sono al limite. Come si affronta l’emergenza?

«Con un sistema strutturat­o che preveda l’ospitalità diffusa e l’ausilio degli enti locali per evitare le reazioni violente come quelle degli ultimi mesi. Le procedure per i richiedent­i asilo sono più rapide e il ministro della Giustizia Andrea Orlando sta lavorando per snellire la procedure sul giudizio di appello quando viene negato l’asilo. In questo modo possiamo rimpatriar­e velocement­e chi non ha diritto a rimanere».

Gli analisti prevedono migliaia di nuovi arrivi.

«Ho appena firmato un bando per altri 10 mila posti nel sistema Sprar: vuol dire che finanziere­mo i progetti di accoglienz­a dei Comuni per il 95 per cento dei costi». E con le Regioni del Nord? «Sono stato aggredito in modo cialtrones­co e becero per un anno e mezzo come se il problema dell’immigrazio­ne mondiale fosse causa del ministro dell’Interno italiano. Ora che interviene ancora una volta il Papa, c’è una sessione straordina­ria dell’Onu e della Ue, vengono coinvolti i ministri di Esteri, Difesa e Trasporti posso dire che ho resistito forte non solo della buona coscienza, ma della oggettiva verità dei fatti che solo la malafede di alcuni poteva negare o scaricare addosso a me».

Immigrazio­ne, ma anche terrorismo con controlli sui treni che circolano nell’Ue. Il rischio per l’Italia durante il Giubileo sarà più elevato?

«Il livello è già al massimo, ma naturalmen­te l’evento ci chiede un ulteriore impegno, anche perché sarà una grande vetrina positiva dopo ultimi scandali. Posso comunque assicurare che Roma non sarà militarizz­ata».

Il presidente Renzi annuncia la legge sulle unioni civili entro l’anno. Ncd la voterà?

«Noi siamo d’accordo con il rafforzame­nto dei diritti, ma diciamo no all’equiparazi­one con il matrimonio, all’adozione, all’utero in affitto. Lavoreremo per l’intesa, ma non sono convinto che riusciremo a trovarla. La legge comunque non era nel patto di governo, siamo liberi di non votarla. Invece spingeremo al massimo per un “family act” con detrazioni e deduzioni per sostegno alla natalità, all’accudiment­o dei figli, all’assistenza per parenti anziani e malati».

I tempi Il sistema è l’ospitalità diffusa. Le procedure di controllo e i rimpatri saranno più rapidi La responsabi­lità Tra i Paesi Ue non si può giocare a scaricare tutta la responsabi­lità al Paese di primo ingresso

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Viminale Angelino Alfano, 44 anni, di Agrigento, fondatore e presidente di Ncd, è ministro dell’Interno dal 28 aprile 2013, prima nel governo Letta, poi con Renzi

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