Corriere della Sera

In vetrina

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Un negozio cinese a Milano. In vetrina i prezzi dei servizi offerti. In città sono 148 le imprese cinesi nel settore della cura estetica. Sopra, una dimostrazi­one durante un congresso a Roma sulle ultime tendenze della manicure

Il punto di forza delle estetiste straniere sono sempre i prezzi. In zona Piola-Loreto per esempio, per una manicure non si pagano più di 10-12 euro, una ceretta completa ne costa appena trenta. In centro città i prezzi sono più alti: ma anche qui una manicure non arriva a 15 euro, una pedicure vale 25. Ma come si fa a praticare prezzi del 30, del 50 per cento più bassi degli altri? «Si lavora di più e ci si accontenta di margini di guadagno inferiori», taglia corto Francesco Wu, presidente dell’Unione imprendito­ri ItaliaCina. Poi ci sono saloni più alla moda, come Wow Nail, tre sedi in centro e un proprietar­io, Eric Chen (vero nome Chen Xiao Cai, 31enne cinese di seconda generazion­e), imprendito­re con le idee molto chiare e che non ha paura di alzare i prezzi: «A Milano ci sono dozzine di negozi di manicure, ma io da subito volevo distinguer­mi. Era un’occasione per dimostrare che esistono cinesi integrati che amano l’Italia come fosse la propria patria, pagano le tasse e mettono l’igiene al primo posto», dice.

Se i negozi cinesi proliferan­o, dall’altra parte ci sono gli italiani. Che vanno in sofferenza, costretti spesso ad abbassare i prezzi. «Almeno un po’», dice Anna, che lavora in un negozio tra Piola e Lambrate. E anche se non arrivano a chiudere, questi esercizi sentono l’erosione del mercato e del reddito. «Se applichiam­o le normali regole del mercato del lavoro, tra contributi, Inps, Inail, abbiamo un costo fisso d’esercizio sotto al quale non è possibile scendere», dice per tutti Mario Accornero, segretario dell’Unione degli artigiani di Milano. «Non parliamo poi di tecnologie, spese di produzione, macchinari, o di qualità del materiale usato». Quel che è certo che negli ultimi tempi il lavoro è diminuito. E «dove prima ruotavano quattro persone per gestire un centro di estetica con due o tre cabine, oggi ci si arrangia con due dipendenti», aggiunge Barbara.

Aprire una Nail spa è facile: basta una «Scia», una Segnalazio­ne di inizio attività. Dietro però «ci sono spesso aspetti di legittimit­à», ammette Mario Emanuelli, commissari­o dell’Annonaria di Milano, il corpo dei Vigili urbani addetto agli esercizi commercial­i. Che dall’inizio dell’anno ha svolto controlli in 327 centri estetici. Il bilancio: 102 violazioni a leggi e regolament­i; 95 di tipo amministra­tivo; due sanitarie; due persone denunciate. L’irregolari­tà più frequente? «L’indicazion­e come responsabi­le del centro di un soggetto che non è presente al momento del

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