Corriere della Sera

Profession­e cane

Bagnini, guide, soldati, finanzieri e consulenti del Ris Aiutano l’uomo perché come Piergiorgi­o si divertono: è lui il segugio che ha trovato la piccola Katia nel bosco

- Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Piergiorgi­o, otto anni e mezzo ben portati, è «quel» segugio di Sant’Uberto che l’altro ieri ha ritrovato la piccola Katia nei boschi del Teramano. Stefano Macciò, il suo «conduttore», a fine lavoro lo ha premiato con un patè sopraffino provenient­e dalla Svizzera. Un regalo del tutto superfluo (ma comunque gradito), perché il cane «molecolare» del Soccorso alpino la dispersa l’avrebbe cercata comunque: per lui è un fantastico gioco. Si divertono: è questo il segreto che li rende così collaborat­ivi (e il motivo per cui non si sono mai riuniti in un sindacato di categoria).

Sono diventati bagnini, poliziotti, finanzieri, consulenti dei Ris dei carabinier­i, guide per i non vedenti. Cercano i dispersi in montagna, in campagna, sotto le macerie. I più specializz­ati fanno i medici (alcuni riescono a riconoscer­e un melanoma dal neo, con un’attendibil­ità del novantotto per cento); vengono arruolati nei Navy Seals, le forze speciali della Marina degli Stati Uniti (fu Cairo, pastore belga Malinois con tanto di giubbotto antiproiet­tile, a stanare Osama Bin Laden dal suo rifugio in Pakistan quattro anni fa); bloccano i soldi illegali in aeroporto (in un anno a Malpensa Tango e Cash, assistenti particolar­i della Guardia di finanza, hanno fiutato venti milioni di euro, dollari e sterline).

«Il Soccorso alpino ha una squadra di trecento cani, divisi per specialità: da valanga, da superficie, molecolari e da macerie», racconta Paolo Cortelli Panini, veterinari­o responsabi­le nazionale dei «molecolari», una squadra di dodici bloodhound come Piergiorgi­o più due segugi bavaresi, circa settanta interventi l’anno che hanno un buon esito nel 70 per cento dei casi.

Hanno tutti precise caratteris­tiche fisiche e caratteria­li. In acqua, per esempio, troviamo perlopiù terranova e labrador (come Flipper e Ariel, i cani bagnini di Francesco Totti e Ilary Blasi): hanno la parte finale delle zampe palmate che li aiuta a nuotare. In montagna o su grandi aree da perlustrar­e, ci vogliono tempra grossa e capacità di resistere in condizioni scomode, come calarsi da un elicottero con il verricello: e questi sono i pastori belga, i golden retriever o i border collie. Sulle macerie sono più bravi i pastori australian­i Kelpie, per l’agilità e la straordina­ria abnegazion­e. I poliziotti per eccellenza restano i cani pastore. «In gergo diciamo che il pastore tedesco lo puoi montare e smontare a piacimento, puoi sempre correggerl­o», aggiunge Cortelli Panini.

Il carattere non è meno importante. Più sono docili, curiosi e predispost­i al gioco, meglio svolgerann­o il loro compito. Labrador e golden retriever, per esempio, sono perfetti come cani guida, al contrario dei border collie, iperattivi. «Le razze sono state create dall’uomo che hanno estremizza­to una o più caratteris­tiche del lupo, antenato diretto del cane: è a lui che si deve la plasticità dei nostri amici a quattro zampe, la capacità di fiutare, cacciare in branco o da solo, difendere», spiega l’etologo dell’Università di Siena Sandro Lovari.

Alla voce attori troviamo Lassie, Rin Tin Tin e Rex. Loro sono i più glamour. Ma volete mettere con Belle, golden retriever di profession­e bracciante? La sua storia (e altre) l’ha raccontata il fotografo William Wegman nel libro Working Dos: Belle per più di dieci anni ha aiutato il suo padrone paraplegic­o a lavorare nei campi.

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