Mourinho non vola più: «Ma non voglio rinforzi»
Disastroso avvio di stagione per il Chelsea: «Fosse un altro campionato sarebbe già finita»
Quando, l’11 giugno, gli hanno ritirato la patente — per un’infrazione di nove mesi prima — è come se avessero tolto a José Mourinho anche la licenza di vincere. Lo ha fatto sì, ma una sola volta, il 23 agosto (3-2) sul campo non proprio inespugnabile del West Bromwich Albion, che ha pure sbagliato un rigore. Il resto è uno «special strazio»: un precampionato del Chelsea senza successi e anche con qualche allarmante bastonata (contro gli increduli Red Bulls di New York e la Fiorentina), poi la sconfitta con l’Arsenal nella Community Shield, infine la Premier con 4 punti in 4 match e 8 distanze dal Manchester City di quel Manuel Pellegrini che Mou storpia in «pellegrino» ma che al momento si sta dimostrando il vero «speciale».
In mezzo, il poco cavalleresco episodio con Eva Carneiro, la dottoressa entrata in campo senza la sua bolla pontificia, e quindi insultata, «ribaltata» ed esautorata. O la zampata ad Allegri, che si era permesso di nominare invano dei giocatori del Chelsea (Oscar e Ramirez) come possibili rinforzi juventini.
Un clima pesante intorno al tecnico portoghese che, per la prima volta nella sua lucente carriera, perde colpi in popolarità e anche in risultati, fino all’imbarazzante sconfitta interna
Depresso José Mourinho (LaPresse) di sabato contro il Crystal Palace, proprio nel giorno della sua centesima panchina allo Stamford Bridge.
«Fosse un altro campionato — ha chiosato — avrei detto che era già finita ma in Inghilterra non è così». E sì che Abramovic, dopo la vittoria del quinto titolo nazionale, il terzo con Mou in panchina, gli ha consegnato due punte da novanta (milioni): Pedro dal Barcellona e Falcao dallo United. Ancora non basta per dare un senso a questi Blues senza colore. C’è bisogno di sostanza e gioventù, così è saltato fuori il nome di Pogba, con un’offerta di 80 milioni più Oscar. Ma sia l’interessato (che si trova bene con quel numero 10 su maglia bianconera in vista dell’Europeo), sia la Juve che rifiuterebbe anche 150 milioni estinguono qualsiasi fantasia.
«Anche la Torre Eiffel mi piace ma non chiedo di comprarmela», prova a scherzare Mourinho. Poi si fa serio: «Il 21 aprile ho fornito alla società le mie proiezioni per la stagione: non credo sia questo il momento per dire voglio questo o quello. Dobbiamo fare meglio, io e i giocatori». In fretta, possibilmente perché il City del «pellegrino» se ne sta andando.