Un Chievo stellare incenerisce la Lazio dei fantasmi
Tre gol nel primo tempo, veronesi primi in classifica
Peggio di così era difficile, e ora sono guai. In una delle settimane più disgraziate degli ultimi mesi la Lazio si è buttata via, prima tritando con minuzia i 30 milioni di euro della Champions nell’inquietante ordalìa di Leverkusen, e poi, ieri sera, facendosi svillaneggiare da un Chievo lucidissimo, spietato e come al solito ben organizzato, ora in testa alla classifica. A dimostrazione del fatto che sì, il Bayer sarà di una categoria superiore, di un altro calcio, ma anche che la squadra di Pioli ha le sue grane evidenti, figlie di un mercato oscuro nel quale si fatica a capire il rapporto fra certi ostinati risparmi (manca una punta) e il senso dei 10 milioni spesi per Milinkovic, talentuoso ma del tutto acerbo, di certo non spendibile nel brevissimo periodo come invece sarebbe servito.
Il 4-0 rimediato ieri in un Bentegodi agostano — umidiccio e semivuoto, meno di 10 mila spettatori — ha messo a nudo i molti limiti di tutti i reparti, dalla difesa al centrocampo all’attacco, dove l’assenza di un centravanti autentico continuerà a farsi sentire, se prima di stanotte non si troverà un uomo all’altezza del compito: sì, Djordjevic e Klose entro fine mese dovrebbero rientrare, ma fra Europa League e Coppa Italia servono alternative adeguate, altrimenti si soffrirà anche in campionato. Tradita pure la statistica: nei 13 precedenti qui sull’Adige, i biancocelesti erano passati ben 8 volte a fronte di 4 pari e una sola datata sconfitta, un 3-1 del 2002.
D’altronde c’è poco da fare se si commettono errori come quello (doppio) del 7’ prima con Keita (tiro parato da due passi) e poi con Candreva (clamorosamente alto, a specchio libero).
Lì è cominciato lo show di Meggiorini, che 5 minuti dopo ha indirizzato la domenica con un sinistro improvviso deviato da Gentiletti: preciso colpo da biliardo, ma niente a che vedere con il formidabile colpo di tacco con il quale al 30’ ha permesso a Paloschi l’agevole raddoppio di testa. Davvero un gran Chievo, che qui non perde in campionato da febbraio e qui costruisce generalmente le sue salvezze, anche grazie alle piccole grandi intuizioni tattiche del sottovalutato Maran: ieri, per dire, ha smontato il 44-2 in un 4-3-1-2 per piazzare Birsa addosso a Cataldi, col risultato di cancellarlo dalla scacchiera.
Il tris, al 45’, proprio con lo sloveno: calcio di punizione dal limite e ciao Lazio. Poker a metà ripresa: contropiede, assist ancora di Birsa e destro di Paloschi, al quale era stato annullato un gol buono pochi istanti prima. Curiosità: gli stessi tre marcatori dell’1-3 di Empoli alla prima.
Bruciati 3 punti nella notte in cui l’altra metà di Roma salta e balla, ora la Lazio si prepara a un’altra giornata decisiva: c’è tempo fino alle 23 per trovare un centravanti che possa sbrigarsela fin da subito, e durante un’annata che sarà estenuante. Qualcuno - forse Borini, sarebbe un bel colpo - pare arriverà. Certo, forse avrebbe fatto comodo anche una settimana prima, ma questo è un altro discorso.