Corriere della Sera

Vale e quel 10 leggendari­o ormai così vicino

- Di Alessandro Pasini

La presa dell’ex aeroporto della Raf è un 3-0 al Bernabeu, il colpo matto, l’impresa che avvicina il Campione al decimo sigillo. Vale a Silverston­e non aveva mai vinto, e anche stavolta partiva sfavorito: questioni tecniche e di innata idiosincra­sia a quell’asfalto. I piani erano solo difensivi, olio bollente giù dalla torre sperando che Lorenzo si scottasse almeno un po’. Invece è stata una festa: gara monstre, vittoria e — grazie anche all’imprevisto aiuto di Petrucci e Dovizioso, degni compari nell’Italian Job — nuovo allungo sullo spagnolo, respinto a meno 12 appena due settimane dopo averne subito l’aggancio a Brno. A sei gare dalla fine, tutto è tornato al punto di partenza, e questa per il Dottore è una grande notizia. Anche nella prima gara in Qatar, infatti, Rossi vinse e Lorenzo finì quarto. Dopo battaglie e spettacolo, 5 successi di Por Fuera e altri 3 del Dottore, la distanza cinque mesi dopo è ancora quella. Non solo: da oggi Marquez è matado per sempre e dei prossimi sei circuiti l’unico davvero ostico per Rossi è Valencia, dove il viaggio finirà l’8 novembre. Arrivarci con questo vantaggio per Valentino sarebbe l’ideale visto che ormai, male che gli vada, da 16 gare consecutiv­e (fine 2014 compreso) fa podio. In questo magnifico testa a testa, è la continuità che sta facendo la differenza, anche se i picchi naturalmen­te non mancano: Rossi è a 112 vittorie in carriera, cioè solo a meno 11 da re Agostini, e — nessuno come lui — sono passati oltre 15 anni tra la sua prima e la (per ora) ultima vittoria in top class. Quando i numeri in pista determinan­o numeri da leggenda. A Valentino ormai ne manca uno solo, il 10 del decimo Mondiale: in terra nemica, contro i soliti giovani leoni affamati, ci ha raccontato che quel numero è sempre più vicino.

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