Vale e quel 10 leggendario ormai così vicino
La presa dell’ex aeroporto della Raf è un 3-0 al Bernabeu, il colpo matto, l’impresa che avvicina il Campione al decimo sigillo. Vale a Silverstone non aveva mai vinto, e anche stavolta partiva sfavorito: questioni tecniche e di innata idiosincrasia a quell’asfalto. I piani erano solo difensivi, olio bollente giù dalla torre sperando che Lorenzo si scottasse almeno un po’. Invece è stata una festa: gara monstre, vittoria e — grazie anche all’imprevisto aiuto di Petrucci e Dovizioso, degni compari nell’Italian Job — nuovo allungo sullo spagnolo, respinto a meno 12 appena due settimane dopo averne subito l’aggancio a Brno. A sei gare dalla fine, tutto è tornato al punto di partenza, e questa per il Dottore è una grande notizia. Anche nella prima gara in Qatar, infatti, Rossi vinse e Lorenzo finì quarto. Dopo battaglie e spettacolo, 5 successi di Por Fuera e altri 3 del Dottore, la distanza cinque mesi dopo è ancora quella. Non solo: da oggi Marquez è matado per sempre e dei prossimi sei circuiti l’unico davvero ostico per Rossi è Valencia, dove il viaggio finirà l’8 novembre. Arrivarci con questo vantaggio per Valentino sarebbe l’ideale visto che ormai, male che gli vada, da 16 gare consecutive (fine 2014 compreso) fa podio. In questo magnifico testa a testa, è la continuità che sta facendo la differenza, anche se i picchi naturalmente non mancano: Rossi è a 112 vittorie in carriera, cioè solo a meno 11 da re Agostini, e — nessuno come lui — sono passati oltre 15 anni tra la sua prima e la (per ora) ultima vittoria in top class. Quando i numeri in pista determinano numeri da leggenda. A Valentino ormai ne manca uno solo, il 10 del decimo Mondiale: in terra nemica, contro i soliti giovani leoni affamati, ci ha raccontato che quel numero è sempre più vicino.