Corriere della Sera

Le ammissioni sul Centro di Mineo «Ecco come pilotavamo le gare»

L’interrogat­orio in carcere: il sistema garantiva vantaggi elettorali a Castiglion­e e all’Ncd

- di Giovanni Bianconi

L’ammissione arriva a metà interrogat­orio, dopo due ore di tira e molla tra pubblici ministeri e indagato. «Allora — ripete il sostituto procurator­e di Roma Giuseppe Cascini —, la domanda è sempre la stessa: lei ha fatto un accordo economico con i soggetti che hanno partecipat­o alla gara per favorire la loro vittoria, sì o no?». «Sì», risponde Luca Odevaine, agli arresti dal dicembre scorso con l’accusa di corruzione nell’inchiesta su Mafia Capitale. Un accordo da 10.000 euro al mese, che dovevano diventare 20.000, pagati dalla cooperativ­a La Cascina, aggiudicat­rice di una parte dell’appalto per il Centro richiedent­i asilo di Mineo, in Sicilia. È uno degli scandali emersi nella gestione dell’assistenza ai profughi; un affare da cento milioni di euro, di cui Odevaine ha diffusamen­te discusso con Salvatore Buzzi nelle conversazi­oni intercetta­te dai carabinier­i del Ros. Parlavano di accordi sottobanco e interessi politici arrivati fino al sottosegre­tario in carica Giuseppe Castiglion­e, Ncd, indagato a Catania per turbativa d’asta. Ora Odevaine conferma ciò che avevano svelato le microspie: «Il racconto su Mineo sostanzial­mente è veritiero».

Appalto pilotato

Il faccia a faccia tra gli inquirenti romani e l’inquisito che fu vicecapo di gabinetto dell’ex sindaco Veltroni, è avvenuto l’11 luglio scorso nel carcere di Torino. Il racconto comincia dall’incontro del 2011 con l’allora presidente della Provincia catanese Castiglion­e; con lui c’era Salvo Calì, presidente del consorzio Sisifo. «Castiglion­e non mi disse esplicitam­ente che Sisifo doveva vincere la gara — spiega Odevaine ai pm —, ma io capii perfettame­nte anche perché accompagna­ndomi all’aeroporto mi disse che Sisifo era per lui il gruppo più adatto a gestire Mineo; mi disse che erano cooperativ­e di centrosini­stra, e quindi lui non aveva un interesse politico, ma li promuoveva perché li considerav­a capaci. Mi disse anche che vi era una esigenza politica primaria di favorire cooperativ­e operanti sul territorio».

Per far vincere Sisifo fu bandita una gara che Odevaine considera «regolare», ma dopo un faticoso batti e ribatti con i pm ammette: «In realtà il bando era stato scritto in modo da rendere certa la vittoria dell’Ati (alleanza fra imprese, ndr), in particolar­e inserendo un punteggio aggiuntivo per l’Ati che comprendes­se cooperativ­e operanti sul territorio». Cioè Sisifo. «La decisione fu presa congiuntam­ente da Paolo Ragusa (presidente del consorzio, il Sol Calatino, che secondo Odevaine è strettamen­te collegato a Sisifo, ndr), da Castiglion­e, da me e da Giovanni Ferrera, il quale era anche il responsabi­le del procedimen­to».

Poi Odevaine propose di inserire La Cascina, gruppo vicino a Comunione e liberazion­e: «Quando incontrai di nuovo Castiglion­e gli dissi che era necessario individuar­e una struttura in grado di gestire i pasti, per cui consigliai di rivolgersi a un soggetto nazionale, cioè La Cascina». Che Castiglion­e già conosceva: «In più di una occasione Menolascin­a (dirigente della cooperativ­a indagato, ndr) mi ha detto che La Cascina aveva stretti rapporti con Lupi, Alfano e Castiglion­e, e che finanziava la nascita del Ncd. Ricordo ad esempio che il primo evento pubblico di presentazi­one del nuovo partito si tenne a Bari e in quella occasione vi fu una cena a casa della sorella di Menolascin­a con Alfano, Lupi, non so se anche Castiglion­e. Mi pare che Menolascin­a mi disse di aver finanziato tale evento».

Scambio di voti

Agli inquirenti che gli chiedono se pure Castiglion­e abbia intascato denaro, Odevaine risponde: «No, tenderei a escluderlo... Il vantaggio che ha avuto Castiglion­e è di natura elettorale. Sostanzial­mente possiamo parlare di uno scambio di voti». Ma che c’entra il consenso elettorale con l’appalto per il Cara di Mineo? Risposta di Odevaine: «Il tema fondamenta­le di tutta questa vicenda di Mineo sono le assunzioni di personale. Quella struttura è diventata l’industria più grande della zona, l’Ikea sta a 20 chilometri e ha 150 dipendenti, attualment­e il Centro di Mineo ne sta occupando circa 400 tra una cosa e l’altra». E le assunzioni portano voti, «in un’area dove cinquanta voti eleggono un sindaco... A livello naziona- le credo che il Ncd ha preso il 3 o 4 per cento, e in quella zona ha preso più del 40 per cento». Inoltre, «c’era la partita relativa alle forniture; più volte Cammisa (altro dirigente de La Cascina inquisito, ndr) si era lamentato del fatto che Ragusa imponeva loro la scelta dei fornitori dai quali acquistare, e Ragusa gestiva le convenzion­i con i privati presso i quali gli ospiti del Centro potevano spendere 2,5 euro al giorno con una tessera».

Destra e sinistra

Quando il pm Paolo Ielo riassume stupito «la particolar­e simmetria per cui uno che è di destra indica le cooperativ­e di sinistra, e uno che appartiene all’area di sinistra poi gli indica le cooperativ­e di destra», l’indagato chiarisce: «È quello che è successo a Roma con Buzzi... Il sistema si compone». In Sicilia come nella capitale dove, precisa l’uomo che intascava mazzette in contanti a migliaia di euro, «c’erano e continuano a esserci due soggetti che gestiscono tutta l’emergenza, di qualunque tipo: Domus Caritatis e tutte le sue cooperativ­e allegate (compresa La Cascina, ndr) e Buzzi; uno legato al Vicariato di Roma e l’altro legato al mondo delle cooperativ­e di sinistra. Di fatto a Roma si sono creati due cartelli a cui andavano tutti gli affidament­i».

Il verbale con le dichiarazi­oni di Odevaine è stato trasmesso alla Procura di Catania, titolari dell’indagine sul Cara di Mineo che ha provocato anche l’intervento dell’Anticorruz­ione. Ma Luca Odevaine rivendica davanti agli inquirenti romani: «Io a questo punto sarò un corrotto, però vi giuro che mi sono messo in questa storia maledetta, e l’ho seguita, perché credevo davvero che quello potesse essere, e secondo me è, il Centro migliore d’Europa. Non c’è paragone, ma questo a voi non interessa...».

 ??  ?? Disperati Migranti arrivati ad aprile in Sicilia e poi portati al Centro di Mineo. Sotto, un immigrato nel motore di un’auto fermata dalla Guardia Civil a Ceuta, enclave spagnola in Marocco
Disperati Migranti arrivati ad aprile in Sicilia e poi portati al Centro di Mineo. Sotto, un immigrato nel motore di un’auto fermata dalla Guardia Civil a Ceuta, enclave spagnola in Marocco
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