Corriere della Sera

Aut aut a Renzi, la linea dura di Berlusconi

Il leader ai suoi: trattiamo solo se riapre sull’Italicum. E su Salvini: dialogo, ma no al blocco dell’Italia

- Tommaso Labate © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA «Parliamoci chiaro. Tra il caos immigrazio­ne e la campagna acquisti di gente improbabil­e in Senato, Renzi sta per entrare in difficoltà sul serio. E a noi, tenuto conto che si avvicina la grandissim­a tornata di elezioni amministra­tive e che l’opinione pubblica sta voltando le spalle al governo, non conviene per nulla dargli una mano…».

Villa Certosa, interno giorno. Silvio Berlusconi rimette mano ai dossier politici dopo qualche settimana di vacanza. Attorno a sé, l’ex premier ha voluto i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, il consiglier­e politico Giovanni Toti, più Mariarosar­ia Rossi e Deborah Bergamini. Sul tavolo ci sono soprattutt­o due questioni. La prima, il (presunto) dialogo con l’esecutivo sulle riforme. La seconda, il rapporto con Matteo Salvini.

Sul primo dossier, sbarrando la strada a tutte le ipotesi che prevedevan­o un qualche «soccorso azzurro» a Renzi, Berlusconi è perentorio. «Diamo una mano a Renzi solo se lui ci offre qualcosa di succulento. Quel qualcosa è la riapertura del tavolo sulla legge elettorale. Se ci garantisce il ritorno al premio alla coalizione, allora noi ci dimostriam­o disponibil­i sulle riforme. Altrimenti, signori miei, si vota contro». In omaggio, e questo l’ex premier ci tiene a sottolinea­rlo a più riprese nel corso della riunione, «al principio che FI sta all’opposizion­e quanto sta la Lega, non un centimetro di meno». Nella testa di Berlusconi, e su questo il gruppo dirigente forzista si mostra compatto, c’è una sola strada. O Renzi fa un passo concedendo qualcosa a Forza Italia oppure, è l’analisi dell’ex premier, «per l’approvazio­ne delle riforme al Senato dovrà cavarsela con la gente che raccatta a Palazzo Madama». Nei desiderata forzisti ci sono il ritorno al Senato elettivo e la riapertura del dibattito sul titolo V. Ma soltanto un Italicum rivisto nel senso del premio alla coalizione può sbloccare il tutto, visto che è una richiesta su cui si accoderebb­e anche la Lega.

Già, la Lega. A pochi giorni (o ore?) da un faccia a faccia con Salvini, Berlusconi e i suoi tracciano la rotta che dovrebbe portare al ritorno del centrodest­ra old style. «Noi siamo già pronti a sederci al tavolo della coalizione e a scegliere con tutti i candidati per Milano, Torino… Ci dicano dov’è l’appuntamen­to e noi ci presentiam­o puntuali», è il ragionamen­to collettivo. Ma quando si entra nel vivo delle grandi campagne che sono nell’agenda della Lega Nord, è proprio l’ex premier a intervenir­e. «Con Salvini dialogo su tutto. Tranne che su una cosa. Al blocco dell’Italia di tre giorni proposto dal buon Matteo, Forza Italia non aderirà mai e poi mai». Traduzione: tutti quelli che si sono detti o si diranno a favore della «serrata» salviniana di inizio novembre sono o saranno «fuori linea» rispetto alla posizione ufficiale degli azzurri. Per Berlusconi, insomma, «la Lega resta un alleato strategico». A patto che «il dna liberale di Forza Italia», ovviamente, non venga tradito.

I calcoli «A noi non conviene dargli una mano, il premier sta per entrare in difficoltà»

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