Unioni civili, l’ipotesi di andare in Aula senza il relatore
La linea è evitare strappi. Ma di fronte all’ostruzionismo, una forzatura rientra nel novero delle possibilità. Il tema delle unioni civili ha tenuto banco per tutta l’estate ed entrerà nel vivo da domani quando la Commissione Giustizia del Senato riaprirà con le votazioni sugli emendamenti. Il premier Renzi ha ribadito al Corriere che la legge si farà entro l’anno. E nonostante la precisazione del ministro Alfano — per il quale non rientra nel patto di governo quindi Ncd è libera di non votarla — la relatrice Monica Cirinnà è pronta ad andare per la sua strada. Anche a costo di bypassare l’esame dei circa 1.200 emendamenti. «Spero — spiega — che sia terminato il lavoro di Commissione, che significa tenere aperta la porta al dialogo. Ma non si può chiedere la svendita». «Certo — è il ragionamento — se fossimo costretti a fare le notti, si potrebbe andare in Aula senza relatore, come è stato fatto con la riforma della scuola». La senatrice dem ricorda come sul testo base il 26 marzo, ci fu in Commissione un’«ampia» convergenza (14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto) con il sì del M5s e Sel. E ora i grillini offrono nuovamente collaborazione, ma a patto di non stravolgere il testo. Cosa che comunque non rientra nelle intenzioni di Cirinnà: «Il termine degli emendamenti è scaduto e ora solo io posso presentarli. Più di una mediazione è stata fatta, siamo alla sua terza riscrittura. Se Ncd e i cattolici chiedono ulteriori modifiche non devono riguardare i diritti». Di utero in affitto — il motivo più forte di opposizione — non vuol sentir parlare: «È un istituto vietato per tutti in Italia, e la mia legge non lo introduce». Gli assi portanti rimangono allargare il campo dei diritti, la reversibilità delle pensioni e l’adozione del figlio del partner. Per il senatore Giorgio Tonini, anima cattolica nel Pd, in effetti si «può cercare di rimuovere delle criticità», come il fatto che in alcune parti il ddl è la «fotocopia del testo civile sul matrimonio», ma sul resto «mi sembra che la coscienza cristiana ci si possa ritrovare». Quindi: «Ncd non vota? Su questi temi non vale la disciplina di partito, figuriamoci la disciplina di maggioranza».