Corriere della Sera

Rughetti: più welfare? Ora una stretta sugli affitti

- Andrea Ducci

Da dove si parte per eliminare l’inefficien­za di un’amministra­zione pubblica — evidenziat­a ieri sul Corriere della sera da Alberto Brambilla — che conta una moltitudin­e di Comuni con poche centinaia di abitanti o Regioni grandi come un quartiere di Milano? Secondo il sottosegre­tario per la Semplifica­zione e la Pubblica amministra­zione, Angelo Rughetti ( foto), il lavoro da fare muove da una premessa chiara: «La scrittura di un nuovo piano industrial­e della Repubblica Italiana. Un progetto, insomma, che definisca quali sono i servizi di base che lo Stato deve riconoscer­e e garantire a tutti i cittadini» . Tradotto cosa vuol dire? «Significa muoversi nel solco dei capisaldi fissati con l’abolizione delle province e con la riforma della Pubblica amministra­zione. Intendo dire un piano che stabilisca un percorso stringente di riordino delle partecipat­e pubbliche, eliminando situazioni che, per esempio, vedono gli enti locali perdere soldi nelle farmacie comunali. Va adottato definitiva­mente il modello che attraverso l’eliminazio­ne delle province consentirà di tagliare circa 4 mila poltrone». Bene le province e le farmacie comunali. Ma i veri risparmi come si ottengono? «Andando a incidere su una cultura amministra­tiva che deve cambiare. Non è più possibile immaginare un Paese dove la gestione delle banche dati resta una prerogativ­a esclusiva dell’ente che dispone di quelle informazio­ni. La conseguenz­a è sotto gli occhi di tutti: enti che non dialogano ed erogano servizi, sussidi, prestazion­i o agevolazio­ni sovrappone­ndosi. Tutto questo deve finire, è un sistema da rottamare. Proseguend­o il lavoro avviato da Carlo Cottarelli e portato avanti da Yoram Gutgeld, in veste di commissari­o alla spending review. Sottolinea­ndo una questione indispensa­bile». A quale si riferisce? «Nessuno vuole tagliare indiscrimi­natamente. L’obiettivo vero è ottenere costi e fabbisogni standard univoci che consentano di spendere meglio». Un esempio concreto? «Il tema della logistica che riguarda l’intera macchina amministra­tiva. Una struttura che ancora oggi occupa immobili per circa 20 milioni di metri quadrati, cioè a dire in media ottanta metri quadrati per ogni dipendente. Il costo di questa organizzaz­ione si traduce, tra l’altro, in spese per affitti pari a 2 miliardi di euro. A partire dal 2015 ridurremo questa voce del 30% e, poi, del 50% nel 2016, utilizzand­o palazzi e sedi dell’amministra­zione pubblica. Qualche privato perderà un contratto di affitto, ma peggio sarebbe continuare a spendere male i soldi della collettivi­tà».

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