Afghanistan, cento studentesse avvelenate
«Intossicate con un gas». Attacco talebano contro l’istruzione o un incidente?
Hasina, un’insegnante, era in classe quando ha sentito «quel cattivo odore». «Quando ho riaperto gli occhi, ero in ospedale», ha raccontato all’agenzia di stampa Pajhwok. Ricoverate con lei ieri, al pronto soccorso di Herat, nell’Afghanistan occidentale, c’erano anche un centinaio delle sue studentesse, d’età compresa tra i 12 e i 17 anni, con sintomi di nausea, giramento di testa e in alcuni casi perdita temporanea di conoscenza. «Mi sono precipitata in ospedale — ha spiegato la madre di due ragazze di 12 e 14 anni, Bibi Gul —. Ho trovato la più piccola in condizioni stabili, ma l’altra era in uno stato preoccupante». Metà delle studentesse sono state dimesse in serata, non sembra che nessuna sia in pericolo di vita.
È l’ultimo di una serie di episodi di avvelenamento di studentesse afgane. Continuano a ripetersi nel Paese in cui i talebani avevano proibito l’istruzione femminile dal 1996 al 2001. Il fatto che — come riporta il sito della tv americana Nbc — l’episodio sia avvenuto in una zona abitata dalla minoranza sciita, nel distretto di Enjil, fa aumentare la paura della gente che si tratti di un attacco talebano. Il governatore locale non ha dubbi e addita «i nemici del governo e dell’istruzione femminile». La polizia però sostiene che le ragazze hanno spruzzato uno spray per «profumare» le classi: «Stiamo investigando per capire se è stato manomesso o se sia solo un prodotto di scarsa qualità».
Negli ultimi anni, diversi casi di avvelenamento dell’acqua, del cibo o dell’aria sono stati denunciati in scuole di questa e altre province. Vengono spesso attribuiti ai fondamentalisti, che però non li hanno mai rivendicati. Solo a giugno ne sono stati segnalati tre: due nella provincia di Bamiyan, il terzo in un liceo di Herat. Tre anni fa, dopo quattro episodi nella stessa scuola nella provincia di Takhar (roccaforte dei miliziani), le insegnanti decisero di restare ogni sera per fare dei controlli sull’acqua.
I talebani hanno avvelenato poliziotti e soldati in passato, ma almeno una parte dei casi nelle scuole si sono rivelati alla fine accidentali. Ad aprile, a Herat, cento ragazzi finirono in ospedale per aver mangiato fagioli probabilmente andati a male: anche allora il capo della polizia sospettò che ci fossero dietro «i nemici». Gli scettici dicono che si è creata una sorta di isteria di massa. Ma tanti altri pensano che la paura è giustificata. Gli avvelenamenti si accompagnano ad attacchi con l’acido, come quello contro tre adolescenti di Herat lo scorso luglio: «Questa è la vostra punizione perché andate a scuola», hanno gridato due motociclisti prima di sfigurarle.