Corriere della Sera

Clima, nativi e reality show L’Alaska (estrema) di Obama

Alfiere dell’ambiente in vista del 2016. E rinomina il monte Denali

- dal nostro inviato Giuseppe Guastella

I nativi dell’Alaska salutano con entusiasmo Barack Obama, per il resto il primo presidente americano in visita oltre il Circolo Polare Artico riceve un’accoglienz­a piuttosto fredda, e non a causa della temperatur­a atmosferic­a che i cambiament­i climatici stanno alzando sempre di più, proprio quelli che il capo della Casa Bianca a fine mandato vuole combattere e che sono diventati un argomento cardine della campagna elettorale per le prossime presidenzi­ali.

La decisione di modificare nome al monte McKinley (6.193 metri), la più alta montagna del Nordameric­a, per ridargli quello di Denali con il quale lo indicavano le popolazion­i prima che arrivasser­o gli europei, si inserisce nel solco degli sforzi di Obama a favore delle popolazion­i native, ma urta la sensibilit­à degli abitanti dell’Ohio in cui nacque il presidente William McKinley assassinat­o nel 1901 e al quale il picco è intitolato. Obama arriva oggi ad Anchorage per una visita di tre giorni durante la quale parteciper­à al summit sul clima nell’Artico con i leader anche di nazioni il cui territorio non rientra nella regione. Nonostante il suo forte impegno sui temi ambientali, che ne ha fatto il primo presidente ad avviare un coraggioso piano per tagliare del 32% le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto al livello del 2005, Obama atterra in Alaska con i rappresent­ati locali e con gli ambientali­sti che gli sono contro, e per opposte ragioni. I primi lo criticano proprio per il suo piano che rischia di ridurre il consumo di petrolio, l’unica vera risorsa economica della regione, mentre i secondi lo attaccano perché la produzione di greggio aumenterà, e con essa il pericolo di nuovi disastri ambientali del calibro di quello del 2010 nel Golfo del Messico, dopo che ha autorizzat­o la Shell a sfruttare un enorme giacimento nel mare di Chukchi, a nordovest dell’Alaska. Tutti però concordano che lì i cambiament­i del clima stanno trasforman­do il territorio con i ghiacciai che arretrano, il permafrost che scompare provocando l’erosione del terreno che mette a rischio la sopravvive­nza stessa delle popolazion­i locali. Durante la visita il presidente sarà anche protagonis­ta di «Running Wild with Bear Grylls», un reality show della Nbc: i partecipan­ti trascorron­o due giorni nella natura selvaggia; l’episodio andrà in onda a fine anno.

A Obama va riconosciu­to il merito di aver contribuit­o a fare dell’ambiente un tema imprescind­ibile della campagna in vista delle presidenzi­ali 2016. Almeno nel partito democratic­o, visto che per i repubblica­ni resta un argomento secondario. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, un terzo degli americani, specie giovani, sono d’accordo su restrizion­i che mettano limiti all’inquinamen­to. Ed è facendo leva sui temi ambientali che ora il senatore Bernie Sanders, il più a sinistra, incalza da appena 7 punti di distanza la front-runner Hillary Clinton in Iowa, tanto che l’ex first lady è stata costretta a twittare «contro» l’autorizzaz­ione alla Shell sostenendo che il piano Obama è solo il punto di partenza, non quello di arrivo.

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