Corriere della Sera

La vicenda

- DAL NOSTRO INVIATO Fabrizio Caccia

Vincenzo Solano, 68 anni, è stato ucciso domenica assieme alla moglie Mercedes Ibanez, 70 anni, nella loro villa di Palagonia (Catania). Il pensionato è stato sgozzato, lei è stata spinta dal balcone

Sospettato del duplice omicidio è un ivoriano, Mamadou Kamara, ospite del centro di accoglienz­a richiedent­i asilo «Cara» di Mineo

Le indagini sono partite da controlli all’ingresso del Centro: nel borsone del giovane sono stati rinvenuti un telefonino, di proprietà di Solano, un pc e un pantalone con macchie di sangue

I carabinier­i si erano recati a casa del proprietar­io del telefonino per accertamen­ti e hanno trovato i corpi. L’ivoriano, che al momento è accusato di ricettazio­ne, si è difeso sostenendo di aver trovato il telefonino

Il procurator­e capo di Caltagiron­e, Giuseppe Verzera, non ha dubbi: «C’erano almeno altre due-tre persone con Mamadou Kamara l’altra notte, che l’hanno sicurament­e aiutato a compiere il duplice delitto, perché la scena che abbiamo visto era apocalitti­ca, in quella casa c’era uno sconquasso, è stato un massacro senza precedenti...». Per dare un nome ai complici del presunto carnefice di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, i due anziani coniugi assassinat­i nella villetta di via Palermo 211 a Palagonìa, la Squadra Mobile di Catania e gli agenti del commissari­ato di Caltagiron­e, diretti da Marcello Ariosto, stanno interrogan­do tutti gli immigrati

Il procurator­e «In quella casa c’erano almeno altri due o tre: la scena che abbiamo visto era apocalitti­ca»

dal nostro inviato

«Ma perché mi tenete qui, ma perché non mi lasciate andare a casa?», così, calmo e tranquillo, tutto sommato in un buon francese, continuava a ripetere domenica Mamadou Kamara, pure quando ormai s’erano fatte le undici di sera e nella stanzetta del commissari­ato di Caltagiron­e il capo della Squadra Mobile di Catania, Antonio Salvago, dopo tredici lunghissim­e ore di faccia a faccia, stava ancora lì a domandarsi come potesse questo diciottenn­e ivoriano restare impassibil­e davanti all’evidenza. Gli aveva appena detto, il superpoliz­iotto che somiglia vagamente a Montalbano, di aver scoperto nella memoria del suo cellulare una foto di lui inequivoca­bile, di Mamadou vestito con dei pantaloni neri e una vistosissi­ma cintura di pelle bianca con la scritta «Gaudì» sulla fibbia. Proprio quel paio di pantaloni neri legati dalla stessa cintura bianca — ma stavolta

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