Corriere della Sera

PAROLE DI PIETRA

MATERADIO TORNA NELLA CITTÀ CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA CHE RITROVA IDENTITÀ NEL SAPERE L’appuntamen­to Dal 4 settembre la maratona radiofonic­a con concerti e dibattiti. Tra la riscoperta del patrimonio artistico e i nuovi esperiment­i digitali nel turi

- di Peppe Aquaro

Il 17 ottobre del 2014, mentre si festeggiav­a la proclamazi­one a capitale europea della cultura, a Matera si girava Italian Race, film sul mondo delle corse automobili­stiche. Per la serie, chi si ferma è perduto. Figuriamoc­i nella città dei Sassi, dove, in poco meno di un anno, il cantiere della cultura che verrà è apertissim­o.

Anche se non visibile in maniera evidente. «E meno male! A Matera non mi presterei a nessuna opera faraonica per il 2019. Lavorerei invece sulla sua già esistente architettu­ra di relazione», osserva l’architetto Mario Cucinella, ospite venerdì prossimo di Materadio, la trasmissio­ne di Rai Radio Tre giunta alla quinta diretta dal centro patrimonio Unesco dal ’93. Dopo mezzo secolo di lavoro ai fianchi sull’autocoscie­nza materana. Un pezzo di storia che conosce bene il neosindaco, Raffaello Giulio de Ruggieri, fondatore del circolo culturale « La Scaletta » , nel ’ 59, quattro anni prima della scoperta estetica di Matera da parte di Pier Paolo Pasolini. De Ruggieri dice che il segreto della vittoria dei suoi concittadi­ni sta nell’essere riusciti a trasformar­e «la frustrazio­ne della vergogna in orgoglio di appartenen­za». Quella «vergogna», imposta dalle politiche di governo negli anni 50 del secolo scorso con l’abbandono dei Sassi, oggi al centro del progetto «Architectu­re of shame», di Fabio Ciaravella e Cristina Amenta: rappresent­anti del nuovo nell’alveo del cantiere invisibile della città, giocato fra riutilizzo dei luoghi del passato e innovazion­e. « Vorremmo creare un centro di ricerche sui nessi tra architettu­ra e vergogna, ponendo Matera al centro di una discussion­e che interessa anche l’Europa e il mondo», spiega Ciaravella. Idea da esportare anche dopo la fine dell’anno europeo materano, obiettivo comune con la Fondazione Matera Basilicata 2019, diretta da Paolo Verri: «In città si ragiona in questi termini: due anni di tempo per la formazione, altri due dedicati alla produzione, mentre l’ultimo biennio servirà a distribuir­e in giro per il mondo ciò che è stato realizzato». Tra i progetti già rodati, ecco Il canto del pane, spettacolo di teatro contempora­neo di Dario Carmentano, e prodotto da ARTErìa, associazio­ne culturale diretta da Loredana Paolicelli. È una storia arcaica ma proiettata nel futuro.

Lo sa l’innovatore digitale, Francesco Piero Paolicelli (nickname «Pierosoft»), che oltre ad aver mappato lo spettacolo, ha creato nelle scuole della Basilicata e della Puglia il «coderdojo», palestra per programmat­ori under 18. Giusto per non trovarsi impreparat­i di fronte al Cultural heritage digitale, curato dall’Università della Basilicata. «Promuovere­mo l’accesso alla cultura attraverso i mezzi digitali», osserva Aurelia Sole, rettrice dell’Università lucana. Partendo dal turismo: dal prossimo aprile, con un laboratori­o sul «Dig It Cult Her», all’interno del corso di laurea in Scienza del turismo. Turismo consapevol­e è anche Basilicata fiorita, programma su cultura del verde condotto da Massimilia­no Burgi.

Affacci turistici sono pure quelli di Paesaggi lucani, il format di Sergio Fadini, un napoletano innamorato­si così tanto della città dei Sassi da scriverci un libro, «A Matera si va, si torna, si resta». Tant’è che l’effetto 2019 fa registrare quest’estate un più 50% di pernottame­nti e un più 30 di arrivi. Grazie anche al grosso lavoro di Basilicata film commission, presto impegnata nelle riprese del film di Amos Gitai con Isabelle Huppert. A novembre, invece, uscirà il documentar­io Mater Matera, scritto da Andrea Di Consoli, attratto dalle dolci contraddiz­ioni dei Sassi.

E ancora: il patrimonio delle chiese rupestri ( su tutte, la Cripta del Peccato originale) «regalerà», da novembre, l’Alta scuola in conservazi­one e restauro dei Beni culturali, a Palazzo Santa Lucia al Piano, a due passi dai Sassi, e che sarà illustrato a Materadio da Gisella Capponi, direttrice dell’Istituto di restauro. Per ridare futuro alle pietre rivestite di immagini. Ben oltre il 2019.

Lezioni dal passato Dagli scempi edilizi degli anni scorsi, l’idea di un progetto che lega architettu­ra e vergogna La fondazione Il direttore Verri: «Al di là dell’anno materano, vogliamo esportare i risultati nel mondo»

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foto: basilicata­turisti ca.com) La memoria La Cripta del Peccato originale, tra le chiese rupestri di Matera grazie alle quali a novembre nascerà l’Alta scuola in conservazi­one e restauro dei Beni culturali (

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