Corriere della Sera

Il declino dell’encicloped­ia globale

Wikipedia ha perso 300 milioni di utenti dall’inizio dell’anno. «Colpa degli smartphone»

- Di Massimo Sideri

Trecento milioni di utenti in meno dall’inizio dell’anno: è il declino di Wikipedia. La colpa viene addebitata soprattutt­o agli smartphone. In realtà il problema con l’encicloped­ia globale alimentata da 72 mila non dipendenti che lavorano gratis alla sua stesura, fact checking, controllo e rilettura, è questo: anche se è considerat­a attendibil­e quasi come l’encicloped­ia Britannica non lo è più quando scrive di se stessa.

Se cercate sull’encicloped­ia online Wikipedia il nome di Jimmy Wales, l’istrionico imprendito­re che l’ha fondata, scoprirete che non c’è certezza sulla sua data di nascita: il 7 agosto del ‘66. Oppure l’8 agosto. Dipende da quale lingua scegliete (e ce ne sono 288...). Il problema con Wikipedia, l’encicloped­ia alimentata dai suoi 72 mila non-dipendenti che lavorano gratuitame­nte alla sua continua stesura, fact checking, controllo e rilettura, è questo: anche se è considerat­a attendibil­e quasi come l’encicloped­ia Britannica — almeno era così nel 2005 quando un famoso studio venne pubblicato sulla rivista scientific­a Nature — non lo è più quando scrive di se stessa. Non sarà questa la causa della perdita, dall’inizio dell’anno, di 300 milioni di utenti che la leggevano dallo schermo di un computer, come ha riportato Business Insider, giornale online emergente finanziato da Jeff Bezos e da Axel Springer. Ma di certo giustifica il fatto che non si potrà andare a cercare conferma del crollo su Wikipedia.

Business Insider cita la società di analisi del traffico di Internet Similar Web e anche un sofferto scambio di email in cui Wales nega (inizialmen­te) il declino. Ma, appunto: la fonte non è più attendibil­e se l’oggetto dell’analisi è se stessa. Anche perché è sempre Wales, curioso profilo psicologic­o per il fondatore di Wikipedia, a mettere in circolazio­ne notizie dubbie come quella della sua data di nascita (ha spiegato in varie interviste che si diverte a contraddir­e chi glielo chiede), ma anche quella sulle origini dell’encicloped­ia.

Il nome stesso Wikipedia era stato coniato da Larry Sanger, il cofondator­e. Ma Wales, in passato, si era dichiarato «l’unico fondatore» basandosi sul fatto che Sanger fosse un suo «dipendente». A correggerl­o, dopo un po’, era stato lo stesso popolo di formichine volenteros­e che controlla la veridicità dei fatti riportati.

Il personaggi­o è fatto così. Capace di farsi bastonare dai suoi stessi utenti per poi utilizzare l’aneddoto come riprova del valore della propria creatura. Basterebbe ricordare che sta lanciando il social network gratuito Tpo definito da lui «simile a Twitter, ma migliore». E non voleva essere una battuta.

Gli utenti unici di Wikipedia, notate bene al mese, sono 500 milioni. L’emorragia dei 300 milioni dall’inizio dell’anno comunque è un’enormità: come se improvvisa­mente quasi tutti gli europei o quasi tutti gli statuniten­si avessero deciso di non usare più l’encicloped­ia. L’ignoranza dilaga potrebbe concludere un sociologo affrettato. Ma è difficile che la ragione possa trovarsi dietro questa analisi supponente.

La perdita di lettori non è un fatto nuovo e il virus non alberga solo tra le voci di Wikipedia. Il lettore in Rete è per definizion­e poligamo, propenso ai tradimenti. Il lemma da cercare potrebbe essere «la lenta ma lunga agonia di un’utopia»: il sapere online governato e controllat­o dal basso, dal «popolo» si sarebbe detto nel Settecento, l’esatto contrario dell’Encyclopéd­ie di Denis Diderot, considerat­a il primo compendio moderno del sapere realizzato con tutti i maggiori intellettu­ali francesi dell’epoca.

La fuga sta ora alimentand­o un’inchiesta sulle cause: da una parte è evidente che il primo indiziato è sempre lui, Internet, lo stesso che ne ha permesso la genesi. Dopo aver colpito a morte Encarta, altro prog et t o na u f r a g a t o d i encicloped­ia digitalizz­ata fatta dalla Microsoft che sperava di vendere cd in pieno boom del web, la Rete colpisce il sogno dei 72 mila Diderot moderni.

Secondo le prime analisi la fuga avverrebbe alla fonte: chi ricerca le informazio­ni lo fa sui motori di ricerca come Google per poi atterrare su Wikipedia. Ma l’uno-due non è più così scontato, soprattutt­o da smartphone. E poi ci sono loro, i «vandali», come li ha battezzati Wikipedia, cioè gli utenti che ogni tanto fanno morire qualcuno, prematuram­ente, come accadde al senatore Edward Kennedy. Se Mark Twain dopo averle lette sui giornali disse «le notizie sulla mia morte sono alquanto esagerate» pensate cosa avrebbe detto trovandose­le su Wikipedia. In mondovisio­ne.

Scambio di email «Business Insider» cita uno scambio di email in cui il fondatore nega inizialmen­te il collasso I numeri Ogni mese l’encicloped­ia online è consultata da 500 milioni di persone

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