Corriere della Sera

Casa, Bruxelles fredda sul taglio delle tasse

L’Ue: allentare il carico fiscale sulle persone. Il sottosegre­tario Gozi: meno imposte, decidiamo noi

- Andrea Ducci

Bruxelles insiste con la raccomanda­zione di trasferire il carico fiscale dalle persone al patrimonio. La direzione inversa a quella adottata dal governo Renzi, con l’annuncio dell’eliminazio­ne delle tasse sulla prima casa. I dubbi in seno alla Ue ieri sono affiorati in maniera informale e sotto forma di indiscrezi­oni di fonti anonime. «Abbiamo letto i recenti annunci sulle tasse in Italia, ma non avendo dettagli sui piani possiamo fare commenti. Però - prosegue la fonte - è ben noto che il Consiglio ha raccomanda­to che l’Italia sposti sugli immobili e i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali». Un’uscita dietro l’anonimato che ha innescato la secca replica del governo per bocca di Sandro Gozi. Il sottosegre­tario agli Affari europei è più netto del solito: «Il governo italiano presieduto da Matteo Renzi ha tutta l’autorevole­zza e la credibilit­à in Europa per proseguire in piena autonomia il percorso riformator­e». Una specifica per ribadire prima di tutto che l’Italia non è sotto alcuna tutela, né mai accettereb­be di esserlo. Tanto da spingere Gozi ad aggiungere che spetta a Roma, «decidere la riforma del fisco e il taglio delle tasse che, è evidente a tutti, sono molto anzi troppo alte».

Nessun tentenname­nto, insomma, ma la conferma che la fiscalità che orbita intorno alla prima casa resta uno dei cardini

L’agenda

Cantiere aperto tra Palazzo Chigi e Tesoro sulla legge di Stabilità da presentare entro il 15 ottobre. Il premier Matteo Renzi ha incontrato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per fare il punto sul quadro economico alla luce dei migliorati dati Istat sul Pil in vista della nota di aggiorname­nto al Def attesa entro il 20 settembre, spina dorsale per la legge di bilancio. Sulla manovra da 25-30 miliardi si lavora a ritmi serrati per far quadrare i conti tra entrate e uscite. su cui poggia il piano dei tagli di Renzi. Le perplessit­à di alcuni ambienti europei, del resto, non sono un mistero. Così le misure illustrare dal premier italiano incontrano più di uno scettico a Bruxelles. Oltre all’eliminazio­ne della Tasi sulla prima casa nel 2016 anche l’invocata flessibili­tà per centrare Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso tagli di tasse per 50 miliardi entro il 2018, anno delle prossime elezioni politiche. Il primo passo scatterà nel 2016, con la cancellazi­one della Tasi sulla prima casa e dell’Imu sui terreni agricoli e i macchinari imbullonat­i dal costo complessiv­o di circa 5 miliardi di euro. Allo studio anche l’ipotesi di lanciare un piano anti-povertà e incentivi per il Sud, dopo l’allarme Svimez di questa estate. gli obiettivi di sviluppo e risanament­o viene vista con qualche sospetto.

Agli occhi di chi sostiene l’obbligo di tenere i conti sotto controllo l’Italia ha già ottenuto una serie di concession­i sul fronte della flessibili­tà. Ora è il momento, secondo i rigoristi, di proseguire il percorso di riforme. È il 18 luglio quando il premier Matteo Renzi annuncia l’intenzione di tagliare le tasse unito all’ipotesi di un ulteriore ricorso alla flessibili­tà, prevista in alcuni casi dal patto di Stabilità. La prima reazione della Commission­e europea è piuttosto cauta: «È presto per una reazione dettagliat­a, non c’è stato scambio con il governo italiano» spiegò allora il commissari­o agli Affari economici Pierre Moscovici, ricordando però quali sono le regole. La legge di Stabilità deve rispettare il patto di Stabilità. Un ragionamen­to che Gozi boccia per intero. «Le fonti anonime di Bruxelles, di cui leggiamo su alcune agenzie, si commentano da sole già per il fatto che restano anonime. E forse dovrebbero con maggiore impegno affrontare il dramma delle morti nel Mediterran­eo e dei treni carichi di migranti». L’Europa esprime in modo informale dubbi sulle intenzioni del governo italiano di tagliare le tasse, a cominciare dall’eliminazio­ne delle imposte sulla prima casa, come promesso dal presidente del consiglio Matteo Renzi. Roma farebbe meglio a spostare sugli immobili e sui i consumi il carico fiscale che grava oggi su lavoro e capitali, hanno fatto sapere ieri alcune fonti comunitari­e. D’altra parte questo è anche quanto ha già raccomanda­to il Consiglio europeo al governo italiano. Il sottosegre­tario sottolinea, «molto abbiamo già fatto (dal Jobs act alla riforma della pubblica amministra­zione, dall’alleggerim­ento del carico fiscale per le imprese al sostegno dei redditi più bassi dei lavoratori). Ma non ci accontenti­amo né ci sediamo sugli allori dei primi risultati già ottenuti».

Proprio il tema dell’immigrazio­ne, evocato da Gozi come una delle emergenze a cui mettere mano, sembra avere avvicinare le posizioni tedesche a quelle italiane. Le recenti dichiarazi­oni di Angela Merkel per confermare la necessità di dare un aiuto all’Italia e l’appello agli altri Paesi europei ad accogliere “in modo equo” i rifugiati, testimonia­no, secondo Gozi, che la Germania «è dalla nostra parte». La conclusion­e del sottosegre­tario agli Affari Europei è che l’Italia andrà «ancora con più determinaz­ione» al vertice straordina­rio dell’Unione europea, in programma il prossimo 14 settembre sull’emergenza migranti.

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