Il Viminale commissaria il centro di Mineo
Svolta per le inchieste sugli appalti. Dopo la Lega, anche M5S, Forza Italia e «Avvenire» chiedono la chiusura
Il Viminale «commissaria» il Cara di Mineo. Dopo l’apertura delle inchieste sugli appalti truccati per l’allestimento del centro in provincia di Catania dove vengono ospitati i richiedenti asilo, il prefetto Mario Morcone decide di annullare la concessione al Consorzio che gestisce la struttura.
Una scelta, concordata con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che serve a evitare eventuali conseguenze più gravi come la chiusura, ma anche a lanciare un segnale preciso sulla regolarità delle gare. E questo tenendo anche conto che il presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha già avviato la procedura per il commissariamento dell’appalto da 100 milioni di euro. Proprio quello che, per ammissione di Luca Odevaine — componente del tavolo del ministero dell’Interno per l’immigrazione e di fatto delegato a occuparsi di Mineo — finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta «Mafia Capitale» della procura di Roma sugli affari delle cooperative di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, era stato «pilotato». L’indagine è condotta dalla Procura di Catania e tra gli indagati per turbativa d’asta c’è l’attuale sottosegretario all’Agricoltura ed esponente del Ncd Giuseppe Castiglione, all’epoca presidente della Provincia.
La lettera inviata il 6 agosto al prefetto di Catania Guia Federico impone la linea. Scrive Morcone: «Si concorda con le valutazioni del Gabinetto del ministro in merito all’opportunità Il documento La lettera del Viminale in cui si dispone «il recesso anticipato» per la gestione del Cara di Mineo da parte di codesta prefettura, considerata la complessità e la delicatezza della questione, di procedere al recesso anticipato per sopravvenute ragioni di interesse pubblico. Questo Dipartimento non mancherà di fornire tutto il supporto necessario per coadiuvare codesta prefettura nelle conseguenti onerose incombenze della gestione diretta del centro, anche contribuendo all’adozione di un provvedimento ministeriale di costituzione di un’apposita struttura di sostegno nella gestione stessa».
Attualmente all’interno del Cara di Mineo ci sono circa tremila migranti. Morcone tenta di smorzare i toni della polemica dopo l’arresto del ragazzo accusato di aver ucciso i due coniugi di Palagonia: «I delinquenti sono delinquenti, siano essi stranieri o italiani. Aspettiamo gli accertamenti che sta facendo la polizia giudiziaria e il magistrato. La vicenda mi sembra più complessa di come l’abbiamo percepita. In ogni caso chi ha commesso quel delitto così efferato deve andare in galera e non uscire più, al di là della sua nazionalità». Ma si amplia il fronte di chi propone la chiusura definitiva: dopo la Lega di Matteo Salvini, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia anche Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale, sollecita la serrata: «Ora stop alle isterie xenofobe. Ma Salvini ha ragione, il Cara va chiuso. Le “anime belle” lo dicevano già nel 2011».