Corriere della Sera

Formigoni: il premier cambi idea O io e altri di Ncd non ci staremo

- Marco Cremonesi

«Noi voteremo una riforma in cui i senatori saranno eletti». Roberto Formigoni è senatore del Nuovo centrodest­ra. E cioé, di un partito che è parte sostanzial­e della maggioranz­a che sostiene il governo Renzi. Peccato soltanto che il premier non intenda arretrare di un passo dalla non elettività dei senatori.

Formigoni, che dice? Il governo che lei sostiene è contrariss­imo a un Senato eletto.

«E io invito Renzi a non incaponirs­i su quello che è un aspetto a mio avviso non decisivo di quella che invece può essere una riforma storica».

E se invece Renzi si incaponiss­e?

«Io so che sono ben 177 i senatori che hanno presentato proposte di modifica della riforma in senso elettivo. E ricordo che occorrono 161 voti in aula per il varo della riforma. Voti in aula: non basta che qualcuno si alzi ed esca. E dunque, se lui si intestardi­sse, vedo in pericolo la maggioranz­a».

Ritiene scontato il ritorno in Senato?

«Credo che il presidente dell Senato Grasso non potrà non far discutere l’articolo 2 della riforma, dato che è stato modificato. A quel punto, i senatori che hanno presentato emendament­i per l’elettività. immagino che terrano fede alle loro posizioni».

Formigoni, venga al punto: lei non voterà una riforma del Senato non elettiva?

«Io e altri voteremo una riforma che vada nel segno che le ho detto. Attendo di capire perché queste proposte non sarebbero migliorati­ve».

Perché trova non decisivo il punto dell’elettività?

«Perché il cuore di questa riforma è il superament­o del bicamerali­smo, la velocizzaz­ione del processo di decisione, la riduzione dei senatori e l’eliminazio­ne degli emolumenti. Cose mai viste. Non capisco perché Renzi dovrebbe mettere a rischio tutto questo per non far scegliere gli eletti ai cittadini».

Dicono, per esempio, che se eletti i senatori dovrebbero dare la fiducia.

«Ma quando mai... Segnalo che in Spagna c’è il monocamera­lismo, i senatori sono eletti ma non esprimono la fiducia».

Renzi non si troverebbe in difficoltà nel rinunciare a un punto del genere?

«Renzi non abbia paura. Lui vuole che la riforma si faccia, e lo vogliamo anche noi. Ci vorrà una lettura in più? Ma con l’accordo le letture si possono bruciare, e possiamo fare il referendum nel 2016».

Perché ritiene che il Senato non possa essere se non elettivo?

«La Camera ha peggiorato gravemente la prima formulazio­ne della riforma. Il combinato disposto con l’Italicum creerebbe un centralism­o assoluto e, non voglio dirlo, anche rischi per la democrazia. Dunque, il Senato deve essere un organo di garanzia per l’equilibrio dei poteri. Avere voce nell’elezione del presidente della Repubblica, dei giudici costituzio­nali e delle autorità indipenden­ti, e poteri di inchiesta e controllo su ciò che fa il governo».

Voteremo una riforma in cui i senatori saranno eletti. Non capisco perché Renzi dovrebbe mettere a rischio tutto per non far scegliere i cittadini

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy