La prima mossa di Dall’Orto: Rai4 in vetrina sul satellite
Il dg punta a occupare il tasto 104 di Sky, lasciato libero da Mediaset
Non c’è tre senza quattro, nei calcoli di Antonio Campo Dall’Orto, che come prima mossa da direttore generale della Rai, vorrebbe «fare filotto»: regalare all’azienda il pregiato tasto 104 del telecomando di Sky, da aggiungere ai 101, 102 e 103 già occupati dalle tre reti pubbliche generaliste, per riservarlo a Rai4.
La postazione strategica sul satellite non è ancora libera (c’è Rete4), ma potrebbe diventarlo a giorni se, come annunciato, dal 7 settembre Mediaset cripterà i suoi tre canali agli abbonati di Sky. La tv di Murdoch, che terrà per sé il tasto 105 e il 106 (dove si vedono Canale 5 e Italia 1), potrebbe invece lasciare il 104 a Viale Mazzini. La trattativa, seguita personalmente da Campo Dall’Orto, è già avviata al lieto fine, a meno di ripensamenti: la tv di Berlusconi pretende un compenso per restare in chiaro, la pay tv non ne vuole sapere ed è pronta a cambiare inquilino sul decoder. Tant’è che il deputato pd e segretario della Vigilanza, Michele Anzaldi, già si congratula con il dg della Rai: «Bel colpo, permetterà al servizio pubblico di tornare a valorizzare i suoi prodotti sul satellite, dopo l’addio tafazziano del 2009».
Con questa pedina quasi a dama, Campo Dall’Orto presenzierà stamattina alle 9 alla riunione del consiglio di amministrazione (breve, il presidente Maggioni è attesa al Festival di Venezia), dove verrà affrontato, oltre al tema dei conti, il primo nodo della nuova gestione: le superdeleghe attribuite dal governo Monti ai vertici di viale Mazzini (gli ex Tarantola e Gubitosi). In virtù delle quali il presidente, su proposta del dg, può firmare contratti fino a 10 milioni di euro per nomine non editoriali, senza dover passare per il Cda. In attesa della riforma della tv pubblica, il governo Renzi le vorrebbe confermate. «La volontà dell’azionista è chiara», Il vertice Il 6 agosto scorso il nuovo consiglio di amministrazione della Rai si è riunito per la prima volta spiega il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli: «Continuiamo così». Il possibile malumore dei consiglieri parzialmente esautorati non lo preoccupa: «Non credo che ci sarà opposizione».
Insomma. « Discuteremo con ragionevolezza, nel rispetto dei ruoli di ciascuno» promette Franco Siddi (area centrosinistra) sebbene, a sentire le voci di corridoio, lui e Guelfo Guelfi (che pure dice: «Tira un’aria buona, sono fiducioso») sarebbero un filo preoccupati. «Con il governo Monti il consiglio è stato un po’ marginalizzato, occorre un riequilibrio dei ruoli» dichiara Arturo Diaconale (area centrodestra). «Mi auguro scelte non dico concordate, ma quanto meno discusse». Per Giancarlo Mazzuca (stessa area) «è meglio andare avanti con la Gasparri». Ossia con più poteri al Cda.
In attesa di capire se avranno un ufficio privato cadauno o una stanza a coppia («Se c’erano per gli altri, perché per noi no?» ragiona Mazzuca), i consiglieri ieri mattina hanno ricevuto il badge aziendale con la foto. Giusto in tempo per non sedersi in Cda con il tesserino interscambiabile da «Visitatore».
I consiglieri Oggi primo cda sulle superdeleghe. Secondo Giacomelli il governo vorrebbe riconfermarle