Corriere della Sera

La vicenda

- DAL NOSTRO INVIATO

Nel marzo scorso scoppia l’email gate, lo scandalo che coinvolge Hillary Clinton per aver utilizzato da segretario di Stato l’account privato e non quello ufficiale del governo federale

Per dimostrare che le email non mettono a rischio la sicurezza nazionale, il Dipartimen­to di Stato ne dispone la pubblicazi­one

Dopo quelle rese note a giugno e luglio, lunedì ne sono pubblicate oltre 4.000. Una cita l’attacco a Berlusconi a Milano nel 2009

John Boehner, il capo della maggioranz­a repubblica­na al Congresso giudicato dai collaborat­ori più stretti di Hillary Clinton un leader «pigro» e «alcolizzat­o», disprezzat­o dai suoi stessi colleghi di partito, coi deputati conservato­ri più giovani che vorrebbero liberarsi della sua leadership. E poi il rammarico per la sconfitta dell’amico e collega David Miliband, ex ministro degli Esteri di Londra, battuto dal fratello Ed nella corsa alla guida del partito laburista britannico. Mentre per i collaborat­ori di Hillary il premier «tory» David Cameron non sarà mai un vero amico: alleato in superficie, ma poi, in privato, remerà contro. E anche un certo imbarazzo nella gestione dei rapporti con Silvio Berlusconi all’epoca (dicembre 2009) dell’aggression­e subita dall’allora premier italiano in Piazza Duomo a Milano, dove fu colpito al volto da una statuetta lanciatagl­i contro da uno squilibrat­o, Massimo Tartaglia.

C’è anche questo, e molto altro, nella nuova serie di e-mail scambiate dalla Clinton quando era a capo della diplomazia Usa e che il Dipartimen­to di Stato ha pubblicato, dopo accurata selezione, l’altra sera, eseguendo una disposizio­ne impartita dalla magistratu­ra Usa. «Il governo Berlusconi e il suo partito hanno usato l’aggression­e fisica subita dal premier per trasformar­e l’immediata solidariet­à nei suoi confronti in un vantaggio politico: accusano gli avversari politici di aver creato un clima di odio e puntano a screditare i procedimen­ti giudiziari nei suoi confronti. Detto questo, sarebbe comunque un gesto appropriat­o e di cortesia, per il presidente Obama, chiamare Berlusconi per esprimergl­i preoccupaz­ione per l’accaduto, formulando auguri di pronta guarigione: è pur sempre un leader eletto democratic­amento Silvio Berlusconi Nonostante tutto sarebbe un gesto appropriat­o e di cortesia, per Obama, chiamare Berlusconi John Boehner Lo Speaker della Camera è sordido, pigro e alcolizzat­o: così lo giudicano i colleghi David Cameron In superficie sarà amichevole ma in privato sprezzante perché è un aristocrat­ico te che ha subito una violenza ed è il capo del governo di un Paese alleato, un membro della Nato». L’analisi e il consiglio sono di Sidney Blumenthal, il più ascoltato dei collaborat­ori di Hillary, anche se non impiegato al Dipartimen­to di Stato. Blumenthal, da sempre vicinissim­o ai Clinton, consiglier­e di Bill alla Casa Bianca, è autore di più di 300 delle mail appena pubblicate. Messaggi sollecitat­i dal segretario di Stato e da lei commentati positivame­nte, conservati su un «server» privato della famiglia Clinton anziché su quello del ministero.

Il sospetto che Hillary abbia così voluto tenere lontano da ogni controllo messaggi di interesse pubblico e che possa aver fatto circolare privatamen­te informazio­ni «top secret» ha provocato nei mesi scorsi una tempesta politica usata dai repubblica­ni per mettere in difficoltà il candida-

Le frasi del consiglier­e

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In corsa Hillary Clinton, 67 anni, in una foto Afp del 2011 quando era segretario di Stato. Lo scorso aprile Hillary si è candidata ufficialme­nte alle primarie del partito democratic­o per la corsa alla Casa Bianca. La Clinton punta a tornarvi da...

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