La crisi cinese torna a colpire le Borse Milano perde il 2,2%, Londra il 3%
Industria, nuovi dati deludenti da Pechino. Sotto le attese gli Stati Uniti
Torna la pressione sui mercati azionari, che ancora una volta nell’ultimo mese hanno fatto i conti con i segnali di rallentamento dell’economia cinese. Milano ha chiuso in calo del 2,2%, Francoforte del 2,4%, Londra del 3 per cento, Parigi del 2,4 per cento. E i listini hanno perso 216 miliardi di capitalizzazione.
A diffondere il pessimismo ieri è stato un dato industriale annunciato da Pechino: l’attività manifatturiera in Cina è tornata ai minimi da sei anni. Il rilevamento, che si basa su interviste ai manager degli acquisti (coloro che hanno il polso diretto sull’andamento degli affari), ha segnato un calo a 49,7 ad agosto da 50 di luglio. Si tratta del livello più basso dal marzo del 2009. L’annuncio ha innescato nuove vendite sui mercati asiatici. Shanghai, che già sconta i crolli di agosto (- 12%) e di luglio (-14%), nella prima seduta di settembre ha perso un altro 1,23% dopo aver sfiorato il -4%. Tokyo ha lasciato sul terreno il 3,8%, Hong Kong il 2,2%.
Chiusa l’Asia, le Borse europee hanno avviato le contrattazioni in calo. Nemmeno il pmi manifatturiero in Europa ha portato il sereno: nell’eurozona è sceso a 52,3 da 52,4, in Italia è calato a 53,8 dopo aver segnato un massimo a luglio a 55,3, mentre in Germania è salito a 53,3 da 51,8. I listini hanno tentato un timido recupero al giro di boa, ma poi hanno ripreso a perdere quota con l’avvio in rosso di Wall Street. «A rafforzare il mood negativo degli operatori è arrivato a metà seduta europea il dato sul settore manifatturiero americano, anch’esso inferiore alle attese, che ha fatto passare in secondo piano gli ottimi numeri relativi alle nuove auto — commenta Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca sim —. Le recenti forti oscillazioni del prezzo del petrolio e dei mercati azionari stanno condizionando psicologicamente gli investitori, che si lasciano prendere da comportamenti orientati al breve termine». Milano sul finale ha perso il 2,24%, facendo leggermente meglio delle altre piazze europee, confortata dai dati sul Pil (il secondo trimestre è stato rivisto al rialzo a +0,3% da +0,2%) e da quelli sull’occupazione (la disoccupazione di luglio è calata al 12%).
Cina da una parte, Stati Uniti dall’altra. Si avvicina la riunione del Federal Open Market Committee (Fomc), che prenderà decisioni sui tassi di interesse americani: un eventuale rialzo è atteso, da visto il ritorno dell’incertezza sono in molti a sperare che sarà rimandato. La riunione è fissata per il 16 e 17 settembre.
L’euro ha chiuso in lieve calo a 1,1251 dollari. Lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi è sostanzialmente stabile a 119 punti base. Il rendimento dei titoli di Stato italiani decennali è all’1,99 per cento.