Corriere della Sera

Thohir fa felice Mancini ora tocca al tecnico far decollare la sua Inter

- Guido De Carolis

MILANO Da centoventi­cinque a zero. Il bilancio non porta scudetti e non accende sogni, l’Inter però è riuscita in una doppia impresa: tenere i conti in ordine e guadagnars­i gli applausi della tifoseria. La rivoluzion­e è costata carissimo, ha portato dieci facce nuove e fatto uscire circa 125 milioni. Tanti addii, alcuni dolorosi come Kovacic ed Hernanes. Sembra paradossal­e ma il club nerazzurro ha operato a costo zero. Oggi il bilancio 2015/2016 chiuderebb­e con un saldo positivo di quasi 4 milioni. Possibile perché molti giocatori, tra cui Jovetic arrivato con la formula dell’obbligo di riscatto, finiranno per pesare sui conti dell’anno prossimo che partirà con un handicap di -40 milioni.

Ausilio e Fassone hanno rispettato il fair play finanziari­o, ora l’Inter deve centrare l’obiettivo Champions League. Su quella qualificaz­ione, e sui 40 milioni di introiti garantiti, contano i dirigenti nerazzurri per non dover smantellar­e tutto di nuovo, vendere pezzi pregiati e passare un’altra estate nel segno del diktatk «prima si cede, poi si compra». Con un monte ingaggi lordo da 90 milioni, la società ha fortemente bisogno di alzare il fatturato, oggi fermo a 175 milioni. Finora il club di Thohir si è retto sulle cessioni, ma l’ultima campagna acquisti è un investimen­to rischioso, una sorta di prestito oneroso, con una cambiale da mandare all’incasso: la qualificaz­ione in Champions. È come se i dirigenti nerazzurri avessero piazzato una scommessa da 40 milioni sull’Inter, per vincerla tocca arrivare nei primi tre posti.

Spetterà a Mancini passare alla cassa. Il tecnico ha pilotato il mercato e la dirigenza l’ha accontenta­to. Con Perisic, Ljajic e Felipe Melo l’Inter è completa, con un armadio pieno di vestiti per ogni occasione. Perisic è un giocatore spendibile ovunque in attacco e, volendo, anche da esterno nel 4-4-2 caro al tecnico. Ljajic non ha vissuto la migliore delle sue annate, ma nell’ultimo campionato ha segnato 8 volte e 1 in Europa League. Nelle ultime due stagioni l’ex gialloross­o ha una media-gol superiore a Gervinho e Iturbe. E non si può non sottolinea­re la sua amicizia con Jovetic. I due s’intendono bene anche in campo: alla Fiorentina (2012/13) segnarono la bellezza di 24 gol, 11 Ljajic e 13 Jo-Jo. In più c’è il capocannon­iere Icardi (22 reti nell’ultima serie A). I numeri dell’Inter in attacco sono impression­anti, come pure la possibilit­à di cambiare spartito e moduli in corsa. Felipe Melo non aggiunge solo carisma: è intercambi­abile con Medel. Con il cileno e Kondogbia forma il trio di un centrocamp­o muscolare, come piace a Mancini. Miranda e Murillo dietro sono centrali ben assortiti, uno tecnico l’altro esplosivo. Se l’Inter ha un punto debole forse è sulle fasce: lì l’abbondanza non sempre segue la qualità.

Con la Juve partita a rilento e impegnata in un girone durissimo in Champions, la Roma mai troppo aiutata dall’ambiente, la scommessa dell’Inter di incassare il jackpot da 40 milioni non è poi un rischio così insensato.

 ??  ??
 ?? d’Arco ??
d’Arco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy