Corriere della Sera

Mihajlovic deve trovare la giusta soluzione per il Milan incompiuto

- Arianna Ravelli

MILANO Mettiamoci che per mesi ci si è illusi (forse irrazional­mente) di avere Ibra e poi è arrivato Balo, si è pensato di raggiunger­e Kondogbia e poi Witsel e ci si è ritrovati con un Bertolacci che ancora non ha fatto vedere il meglio di sé, più un poco attraente Kucka. Mettiamoci soprattutt­o il mercato massiccio dell’Inter, che preoccupa se si pensa al derby in arrivo e inquieta se si guarda all’orizzonte della terra promessa Champions (alla quale rischia di approdare una sola delle due milanesi naufraghe, che si sfideranno anche nel Trofeo Berlusconi). Mettiamoci che il colpo dell’ultimo momento, dato quasi per scontato, alla fine non c’è stato. Mettiamoci le prestazion­i della squadra che hanno messo nella massima evidenza le lacune del Milan a centrocamp­o. Volendo, mettiamoci anche le belle figure di certi ex (Saponara) o di certi passati obiettivi di mercato non approfondi­ti (Baselli).

Consideran­do tutto questo, è facile comprender­e il senso di delusione e incompiute­zza che anima i milanisti. L’impression­e diffusa è che si sono spesi 86 milioni (è vero che ne entreranno 14 per El Shaarawy andato in prestito al Monaco con obbligo di riscatto) per avere una squadra comunque incompleta. Decisament­e più forte di quella dello scorso anno, ma non ancora al top in ogni reparto.

L’ad Adriano Galliani, però, rintuzza la minaccia nerazzurra: «L’Inter? Ha fatto tanti colpi ma anche molte partenze significat­ive: non faccio commenti perché nel calcio a chi è assegnato lo scudetto d’agosto quasi mai arriva quello di maggio». Al Milan si sono aggiunti dieci giocatori (contando anche i due Primavera Calabria e Donnarumma): il reparto che è cresciuto di più è senz’altro l’attacco che potrà vantare Carlos Bacca, Luiz Adriano, più un Mario Balotelli a ora riserva eccellente. La difesa con Romagnoli ed Ely si è rafforzata se si guarda in prospettiv­a, ma nelle difficoltà del presente ha mostrato di essere ancora un po’ impreparat­a (Firenze insegna). Il problema, come detto, è il centrocamp­o: il peccato capitale è stata la perdita di Kondogbia, perché oltre a rafforzare l’Inter, ha scatenato l’esigenza di rispondere subito con un colpo, Bertolacci, che a fine mercato sarebbe costato meno dei 20 milioni spesi. Nelle ultime ore Silvio Berlusconi non se l’è sentita di investirne altri 25 per Witsel. Così il Milan è rimasto questo e ora spetta a Sinisa Mihajlovic migliorarn­e il gioco, magari recuperand­o alla causa certe pedine fin qui ai margini, come Riccardo Montolivo. Basterà per raggiunger­e il terzo posto? La Champions è un obiettivo essenziale. Berlusconi ha deciso di ricorrere ancora alle casse di Fininvest proprio per ritrovare gli introiti e la vetrina dell’Europa, importante anche per supportare il piano finanziari­o del magnate thailandes­e Bee Taechaubol, atteso a Milano l’11 settembre per chiudere il passaggio del 48% delle quote. Mr Bee ha bisogno di un Milan che vince per presentarl­o alla Borsa di Hong Kong. E magari per decidere di intervenir­e, con i suoi capitali, nel mercato di gennaio, ma questa è un’altra storia.

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