Corriere della Sera

Soldi ai partiti, così il Pd si è mosso sul territorio

Il tesoriere Bonifazi: i 5 milioni e mezzo raccolti frutto di un lavoro a tappeto con militanti e strutture locali

- Virginia Piccolillo

Il Pd esulta per i cinque milioni e mezzo di euro ottenuti dai 549 mila finanziato­ri. I Cinquestel­le rivendican­o con orgoglio il loro « zero soldi pubblici». E gli altri partiti si mobilitano per scoprire quanto gli elettori hanno fatto sì che entrasse nelle loro casse, grazie al meccanismo della donazione del 2 per mille. La sorpresa, a sentire la maggioranz­a delle formazioni politiche, è stata positiva. Del resto il paragone è il flop dello scorso anno, quando, però, il provvedime­nto del governo Letta era appena entrato in vigore: il 21 febbraio del 2014.

Dati ufficiali il ministero dell’Economia non ne dà. Lo specchiett­o completo con la ripartizio­ne dei 10 milioni di euro per partito verrà pubblicato a marzo. Comprensiv­o dei dati relativi al- la raccolta delle donazioni contenute nei 730. Gli attuali sono solo le cifre relative alle dichiarazi­one dei redditi dei dipendenti. E potrebbero, è stato spiegato ai partiti, subire mutamenti perché il tetto di 10 milioni non potrà essere superato. Quindi, se le ulteriori donazioni lo oltrepasse­ranno, occorrerà fare una distribuzi­one in percentual­e.

Per conoscere i dati, per ora, bisogna rivolgersi ai singoli partiti. Almeno a quelli che hanno già ricevuto il bonifico: Fratelli d’Italia ieri non aveva avuto ancora notizie.

Il partito di Renzi è in festa. Il suo vice nel Pd, Lorenzo Guerini dichiara: «Il fatto che oltre 500 mila cittadini abbiano scelto di destinare al Pd il loro 2 per mille dimostra che la politica che si occupa del futuro delle persone viene riconosciu­ta e premiata. Una risposta chiara e netta all’antipoliti­ca». Il tesoriere Francesco Bonifazi è emozionato: «Fino a che non ho ricevuto il bonifico, tre giorni fa, non ci volevo credere». E aggiunge: «La nostra strategia? Abbiamo utilizzato molto le strutture del territorio che adesso riceverann­o in cambio una quota dei fondi». Il risultato è il frutto di un lavoro a tappeto di passaparol­a, sms, newsletter, e sensibiliz­zazione dei militanti nelle sedi locali. «È una legge fatta a misura del Pd — accusa il tesoriere di Fratelli d’Italia, Marco Marsili — che ha una rete capillare di patronati, sindacati, e un radicament­o forte sul territorio e quindi parte avvantaggi­ato».

Soddisfatt­i anche a Sel. Il tesoriere Franco Bonato rimarca: «Dai primi dati provvisori ci risulta che ci è stato assegnato il

Gli altri Soddisfatt­i anche a Sel. I 5 Stelle: orgogliosi di non aver partecipat­o alla spartizion­e

due per mille da un numero di sostenitor­i che è quasi un quinto di quelli del Pd. Un bel risultato. Certo, in un Paese dove i redditi dei primi 5 manager pesano quanto quelli di 15 mila operai questa è una legge che favorisce i partiti dei ricchi». Obiezione alla quale il Pd replica: «Nessuno tira fuori soldi, né i ricchi, né i poveri».

Il tesoriere di Ncd di Angelino Alfano, Paolo Alli, dice di aver tirato un sospiro di sollievo: «Noi non abbiamo avuto niente del residuo del finanziame­nto precedente. Dopo la nostra fuoruscita ha tenuto tutto Forza Italia. E avere avuto 150 mila euro è un grande risultato». Forza Italia per fornire i dati ufficiali aspetta il rientro della tesoriera Mariarosar­ia Rossi.

Orgogliosi dell’essere fuori i Cinquestel­le. «Siamo contenti che Renzi esulti. Ma è un risultato che ci rattrista per le casse dello Stato. Noi non abbiamo voluto partecipar­e alla spartizion­e di soldi pubblici. Così come abbiamo rinunciato ai 42 milioni di rimborso elettorale che ci sarebbero spettati avendo avuto il 25% di voti».

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