Corriere della Sera

Scuola, autocertif­icazione per i genitori gay La svolta di Bologna

Finora solo quello biologico aveva pieni diritti sul figlio

- Valentina Santarpia

Il modulo, nuovo di zecca, è pronto sulla tavola, compilato e firmato. Questa mattina Elisa Dal Molin lo consegnerà orgogliosa­mente, insieme alla sua compagna, alle maestre della scuola comunale che il figlio di tre anni e mezzo frequenta a Bologna. In cima risalta la scritta «Modulo di autocertif­icazione di famiglia omogenitor­iale». È la prima volta che un Comune italiano adotta un modulo specifico per bambini che hanno due genitori dello stesso sesso, e che così potranno partecipar­e alle riunioni scolastich­e, ritirare i propri figli, firmare le autorizzaz­ioni, senza dover ottenere la delega del genitore biologico.

Una piccola rivoluzion­e, che parte proprio dalla battaglia iniziata da Elisa un paio di anni fa, quando suo figlio ha iniziato a frequentar­e un asilo nido e lei, rappresent­ante delle Famiglie arcobaleno dell’Emilia-Romagna, si è immediatam­ente resa conto di quale divario esistesse tra famiglie eterosessu­ali e famiglie omosessual­i.

«Questo foglio è frutto di una lunga e fruttuosa trattativa con la responsabi­le dell’istituzion­e per la scuola e i servizi educativi del Comune — sottolinea Elisa, 40 anni —. È importanti­ssimo da un punto di vista legale perché, a differenza delle deleghe autorizzat­e in altre scuole, tutela completame­nte sia noi genitori che il personale educativo. Bologna è sempre stata all’avanguardi­a sui diritti, e il sindaco Novità Il modulo di autocertif­icazione di famiglia omogenitor­iale adottato dal comune di Bologna: Virginio Merola ha annunciato mercoledì la novità Potrebbe essere l’inizio di una nuova tendenza? «Sicurament­e noi abbiamo trovato una formula che racconta una realtà esistente senza ricorrere a formule astruse, come la formazione sociale specifica di cui parla il governo — spiega Cathy Della Torre, consiglier­a di Sel —. Siamo il primo Comune d’Italia che sistematiz­za un diritto: con questo modulo riusciamo a dare una delega permanente all’altro genitore— conclude Della Torre —. È un suggerimen­to». Come del resto quello arrivato due anni fa, quando scoppiò, a Bologna e Venezia, il caso di «genitore 1» e «genitore 2». Sull’esempio delle due città, la dicitura «madre» e «padre» è stata mandata in molti casi in pensione, con l’introduzio­ne di formule neutre per evitare imbarazzi non solo alle centinaia di famiglie omosessual­i, ma anche alle migliaia di persone che, per svariati motivi, sono «solo» genitori di fatto.

@ValentinaS­ant18

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