Seimila euro per ogni profugo ospitato
Il negoziato tra i governi. Diventano 40 mila i migranti che dovranno lasciare l’Italia
Seimila euro per ogni rifugiato andranno allo Stato europeo che accetterà la ricollocazione sul proprio suolo degli stranieri attualmente in sovrannumero in Italia, Grecia e Ungheria. Ai tre Paesi, invece, verranno riconosciuti 500 euro per coprire le spese di trasferimento di ciascun profugo che lascerà il territorio. Emergono nuovi dettagli sul negoziato in corso tra i governi d’Europa. Dei 118 mila migranti attualmente ospiti in Italia, 40 mila se ne andranno, nell’ambito dell’accordo in via di definizione (66 mila dalla Grecia, 54 mila dall’Ungheria).
Domani si apre la settimana decisiva, in vista del vertice fissato per metà mese. Tra 48 ore, martedì, a Bruxelles la commissione guidata da Jean-Claude Juncker formulerà meglio la proposta tecnica (comprensiva delle cifre in euro di cui sopra) che farà da schema generale per superare resistenze e maldipancia. E il giorno dopo lo stesso Juncker illustrerà ufficialmente il suo piano con un discorso. L’obiettivo finale è stabilire un meccanismo permanente per la ricollocazione in Europa dei rifugiati e richiedenti asilo. Ma nel frattempo, vista l’emergenza, si corre ai ripari. Nella proposta della commissione saranno messi a fuoco soprattutto i criteri (o chiavi di distribuzione) con cui si andrà alla ricollocazione dei migranti. Verrà tenuto conto delle dimensioni del Paese ospitante, del numero dei suoi abitanti. Un fattore, questo, che si dice conterà al 40%, così come il Prodotto interno lordo (Pil) cioè la ricchezza di quel Paese.
Ma conteranno anche (per il 10%) il numero medio di richieste d’asilo per ogni milione di abitanti tra il 2000 e il 2014 e nella stessa misura (il 10%) il tasso di disoccupazione. Tradotto: i Paesi con più disoccupati dovrebbero ricevere meno immigrati. E questo per l’Italia (che nel 2015 registra 3 mila presenze in più rispetto all’anno precedente) rappresenterà di certo un fattore attenuante quando avrà smaltito l’attuale eccedenza e ci saranno le quote. Per i Paesi contrari al meccanismo, come Spagna e Polonia, il piano di Juncker prevede infine il pagamento di multe proporzionali al Pil per ottenere l’esonero dai compiti d’accoglienza.