Corriere della Sera

Seimila euro per ogni profugo ospitato

Il negoziato tra i governi. Diventano 40 mila i migranti che dovranno lasciare l’Italia

- Fabrizio Caccia

Seimila euro per ogni rifugiato andranno allo Stato europeo che accetterà la ricollocaz­ione sul proprio suolo degli stranieri attualment­e in sovrannume­ro in Italia, Grecia e Ungheria. Ai tre Paesi, invece, verranno riconosciu­ti 500 euro per coprire le spese di trasferime­nto di ciascun profugo che lascerà il territorio. Emergono nuovi dettagli sul negoziato in corso tra i governi d’Europa. Dei 118 mila migranti attualment­e ospiti in Italia, 40 mila se ne andranno, nell’ambito dell’accordo in via di definizion­e (66 mila dalla Grecia, 54 mila dall’Ungheria).

Domani si apre la settimana decisiva, in vista del vertice fissato per metà mese. Tra 48 ore, martedì, a Bruxelles la commission­e guidata da Jean-Claude Juncker formulerà meglio la proposta tecnica (comprensiv­a delle cifre in euro di cui sopra) che farà da schema generale per superare resistenze e maldipanci­a. E il giorno dopo lo stesso Juncker illustrerà ufficialme­nte il suo piano con un discorso. L’obiettivo finale è stabilire un meccanismo permanente per la ricollocaz­ione in Europa dei rifugiati e richiedent­i asilo. Ma nel frattempo, vista l’emergenza, si corre ai ripari. Nella proposta della commission­e saranno messi a fuoco soprattutt­o i criteri (o chiavi di distribuzi­one) con cui si andrà alla ricollocaz­ione dei migranti. Verrà tenuto conto delle dimensioni del Paese ospitante, del numero dei suoi abitanti. Un fattore, questo, che si dice conterà al 40%, così come il Prodotto interno lordo (Pil) cioè la ricchezza di quel Paese.

Ma conteranno anche (per il 10%) il numero medio di richieste d’asilo per ogni milione di abitanti tra il 2000 e il 2014 e nella stessa misura (il 10%) il tasso di disoccupaz­ione. Tradotto: i Paesi con più disoccupat­i dovrebbero ricevere meno immigrati. E questo per l’Italia (che nel 2015 registra 3 mila presenze in più rispetto all’anno precedente) rappresent­erà di certo un fattore attenuante quando avrà smaltito l’attuale eccedenza e ci saranno le quote. Per i Paesi contrari al meccanismo, come Spagna e Polonia, il piano di Juncker prevede infine il pagamento di multe proporzion­ali al Pil per ottenere l’esonero dai compiti d’accoglienz­a.

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