Corriere della Sera

«L’Italia accelera, più margini sulla manovra»

Padoan: andremo oltre lo 0,7%. Visco: fuori dalla recessione. Il G20: no alle svalutazio­ni, confronto con la Cina

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Stefania Tamburello

«La crescita sarà più dello 0,7% previsto dal governo per quest’anno. E ciò aiuta a creare spazi per la politica di bilancio», per nuovi interventi, insomma, dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. «Ritengo che la stima di un effetto complessiv­o sull’economia dell’1% in due anni del Quantitati­ve easing della Bce, regga ancora», afferma, a sua volta, il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il quale rassicura: dopo tre anni l’Italia è «fuori dalla recessione». «Abbiamo degli indicatori confortant­i sul mercato del lavoro, che è la cartina di tornasole, anche se si tratta di dati congiuntur­ali che vanno confermati», aggiunge. Ministro e governator­e siedono vicini alla conferenza stampa al termine dei lavori del G20 finanziari­o, commentano il seppur timido andamento in controtend­enza dell’economia italiana rispetto al rallentame­nto dell’economia a livello globale. «La ripresa globale riprenderà velocità», ma per ora i Paesi devono adottare «azioni decise» per sostenere la crescita, rileva il comunicato finale del vertice da cui emerge la preoccupaz­ione per le difficoltà dei Paesi emergenti Cina in testa, che cresce molto meno di prima anche se sempre a ritmi del 6-7% ma il cui indebolime­nto potrebbe rappresent­are un rischio per la tenuta dell’economia mondiale. Le mosse del governo di Pechino sono state messe sotto esame dal G20 che esorta ad «evitare svalutazio­ni competitiv­e» e «a muoversi verso un sistema di cambio più determinat­o dalle forze del mercato».

Il messaggio che i ministri delle Finanze e i governator­i delle banche centrali dei Venti Paesi più ricchi del mondo (rappresent­ano assieme l’85% del Pil globale) hanno voluto comunque dare ad Ankara è di rassicuraz­ione. Per offrire, innanzitut­to, un segnale ai mercati che hanno mostrato nelle ultime settimane molta volatilità sulla scia dei timori per il rallentame­nto cinese, e poi per sottolinea­re il cambio di rapporti all’interno del G20. Il governator­e cinese, Zhou Xiaochuan che ha riconosciu­to l’esistenza di una bolla finanziari­a e il ministro, Lou Jiwei che ha espresso l’impegno ad avviare il Paese sulla strade delle riforme «hanno fatto dichiarazi­oni importanti», i rapporti sono diventati «normali» e si è «rafforzato il fatto che c’è una comunità internazio­nale che ha sempre più un linguaggio comune», osserva Visco. «Non c’è motivo di nervosismo per il rallentame­nto della crescita in Cina», taglia corto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble. L’incertezza per il futuro delle mosse di Pechino, rimane, comunque, tutta. Ma «non bisogna esagerare», avverte Visco che segnala, di contro, il buon andamento dell’economia Usa, e con esso anche l’incertezza sulla politica dei tassi di Washington che non dà indicazion­i sui tempi del rialzo, temuto dalla Cina e dai Paesi emergenti. Un eventuale aumento dei tassi, dice però Visco, «sarebbe solo una manifestaz­ione positiva».

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