Corriere della Sera

«Le polemiche romane per il Giubileo? Il nostro interlocut­ore è il governo»

Monsignor Fisichella: è giusto che i pullman si fermino lontano dal centro

- Fulvio Fiano Ernesto Menicucci

Che ci fosse un fuoco che covava sotto la cenere dei sorrisi, delle frasi di circostanz­a e del «punto stampa» senza domande per i cronisti, era abbastanza chiaro fin dal vertice di venerdì in Campidogli­o tra Ignazio Marino e Franco Gabrielli (col sindaco che si è «lamentato» per la battuta del prefetto sulle telefonate «tra un’immersione e l’altra»). Ma che il caso esplodesse già l’indomani, alla prima uscita pubblica cittadina di Marino, è una tempistica che ha sorpreso anche i «marinologi» più ferrati.

Perché il sindaco approfitta di un «taglio di nastro», la riapertura (con semipedona­lizzazione) di un tratto di strada che poi conduce all’Appia Antica — dove c’è la chiesa del Quo Vadis?, una delle mete giubilari — per sferrare il classico «calcio dell’asino». Oggetto: il governo. E, in particolar­e, il famigerato funerale di Vittorio Casamonica. I cronisti gli chiedono del ruolo di Gabrielli, e Marino, che ufficialme­nte ha mantenuto sempre il silenzio, non si tiene più: «In una città in cui lo Stato non è stato nelle condizioni di garantire la sicurezza dello spazio aereo, con l’intrusione di oggetti volanti non identifica­ti, credo sia giusta la decisione di responsabi­lizzare prefetto e Governo». Il riferiment­o è all’elicottero che volteggiav­a sopra metropoli. Occorre progettual­ità e un’adeguata azione di governo».

Pensa che la giunta Marino sia all’altezza del compito?

«Sono la persona più estranea per poter dare giudizi politici. Ci sono personalit­à molto valide ma spesso gli sforzi sono bloccati dai vincoli strettissi­mi di una macchina burocratic­a che di fatto paralizza. Per ottenere alcuni permessi, per piazza Don Bosco, nella periferia est di Roma, lanciando petali in onore di «zio Vittorio». Marino lo definisce proprio così: oggetto volante non identifica­to. Cioè un ufo. Che, detto da uno che è sempre stato definito un «marziano», fa persino un po’ sorridere.

La polemica però è reale e testimonia il moto di stizza (finora sempre represso) col quale Marino A Termini Ignazio Marino ieri alla stazione Termini (foto tratta dal profilo Facebook del sindaco) esempio per il Centro del Pellegrino a Castel Sant’Angelo, capita che si debbano consultare cinque diverse soprintend­enze».

La mobilità sarà un gran problema. Roma sarà invasa dai pullman turistici…

«Io penso che Roma debba essere vissuta a piedi, cosa che faccio sempre e volentieri. Il Giubileo aiuta perché è concepito per esprimersi attraverso un pellegrina­ggio, quindi a piedi. E sono certo che molti percorsi pedonali troveranno il favore dei romani e dei normali turisti».

Quindi niente pellegrini portati davanti alle basiliche…

«L’idea non mi piace. E abbiamo accettato i limiti dettati dalle difficoltà della città. Ma la regola delle soste dei pullman lontane dal centro deve valere ha ingoiato le decisioni del consiglio dei ministri. Il bersaglio principale è Angelino Alfano (col quale si erano già «beccati» a distanza il giorno prima), ma è evidente che la frase di Marino finisce per colpire lo stesso Gabrielli: era stato il prefetto, infatti, dopo il funerale dei Casamonica ad assumersi pubblicame­nte la responsabi­lità dell’accaduto.

Intanto la procura di Roma smentisce il coinvolgim­ento di Marino nell’inchiesta sulla sua onlus, Imagine. La firma del sindaco compare sui contratti di assunzione di due collaborat­ori inesistent­i. Gli accertamen­ti del Tributario della Finanza non hanno rilevato profili penali a suo carico. «È stato Carlo Pignatelli, responsabi­le informatic­o della onlus, a chiedere di dividere il suo compenso in tre contratti diversi. I vantaggi fiscali erano per lui, Imagine ha sempre pagato tutto e Marino è estraneo alla vicenda», dice il legale del sindaco, Adriano Aureli. Pignatelli è indagato per concorso in truffa e al suo nome potrebbe aggiungers­i, per motivi tecnici, funzionali cioè alla archiviazi­one, quello di Marino. per tutti, non solo per i pellegrini. Sarebbe brutto vedere altri furbi avanzare pretese diverse».

Siete preoccupat­i per la sicurezza, per le minacce del terrorismo internazio­nale?

«Siamo abituati ai grandi assembrame­nti ogni mercoledì e ogni domenica, a San Pietro ormai si entra solo dopo i controlli del metal detector. La collaboraz­ione tra la nostra Gendarmeri­a e la polizia italiana ha finora prodotto eccellenti risultati. Proseguire­mo su questa linea, non ci sarà niente di più e niente di meno».

C’è chi protesta: ma la Santa Sede non contribuis­ce economicam­ente per le spese destinate al Giubileo?

«Tutto ciò che accade nel nostro territorio è a nostro carico. E non devo essere io a ricordare che un appuntamen­to

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