«Poste in Borsa, il piano va avanti»
Caio: è una scelta di politica industriale, non solo finanziaria. Passera? Guarda indietro Da metà settembre via al road show per il collocamento. Quotazione in novembre
CERNOBBIO L’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, non ci sta a farsi trascinare nella polemica politica sulla privatizzazione del gruppo che il governo sta portando avanti. Così la replica all’ex ministro e leader di Italia Unica Corrado Passera, che ieri ha definito l’Ipo «un grave errore», è stata nel merito. Caio ne ha approfittato anche per confermare la tabella di marcia che prevede la quotazione in Borsa del 40% tra fine ottobre e inizio novembre.
Ieri Passera — che da top manager è stato l’artefice della trasformazione di Poste — in una lettera sul Corriere della Sera ha criticato la privatizzazione per tre ragioni: «Significa privarsi di un’infrastruttura sociale e amministrativa, di un formidabile strumento di finanziamento del debito dello Stato e dei suoi investimenti e, se sono vere le cifre di cui si parla (6-10 miliardi per il 100%) l’operazione finirebbe per essere una netta svendita di patrimonio pubblico».
«Il ragionamento di Passera mette in luce punti focali veri ma l’ottica è rivolta all’indietro», commenta Caio. «A quelle esigenze rispondono il piano strategico e la quotazione, che sono scelte di politica industriale. Non c’è solo l’esigenza di fare cassa: si tratta di garantire lo sviluppo dell’azienda in maniera sostenibile e inclusiva nei tre pilastri del piano, cioè logistica e corrispondenza, sistema dei pagamenti e risparmio, staccandosi anche in parte dal sostegno statale. La coesione sociale viene soddisfatta con le nuove attività digitali come la app di Banco Posta, esempio di diffusione di nuovi processi digitali fatta in modo semplice e intuitivo». Meno diplomatica la presidente di Poste, Luisa Todini, presente con Caio al workshop Ambrosetti a Cernobbio: «Sono rimasta un po’ sorpresa, mi sembrano cose più dettate da un momento politico-demagogico che altro. Posso solo immaginare che c’è una campagna elettorale alle porte». In serata, la controreplica di Passera: «Le Poste devono garantire a tutti servizi adeguati al minor prezzo possibile, in un quadro, ovviamente, di sostenibilità economica: è palese che la quotazione stravolgerebbe questa finalità».
Il cantiere dell’Ipo comunque non si ferma. La settimana prossima Caio comincerà un roadshow all’estero per presentare la società, per la quale «c’è forte interesse sui mercati finanziari», ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo che con Banca Imi è global coordinator con UniCredit, Bofa-ML, Citi e Mediobanca, mentre Lazard è advisor del Tesoro e Rothschild di Poste.
La quota Il Tesoro metterà sul mercato fino al 40% delle azioni della società