Corriere della Sera

Venditti «re di Roma» con Verdone sul palco

- Laura Martellini

La grande festa di una città intera, che sulle note di Sara, Lilly, Giulio Cesare, fino a Grazie Roma cantata a squarciago­la nel bis dai circa 20.000 dello stadio Olimpico con l’amico di sempre Carlo Verdone alla batteria, regala la sua immagine migliore. Mafia Capitale e il degrado morale e materiale sono lontani anni luce dall’Olimpico di Roma, dove ieri Antonello Venditti ha compiuto una cavalcata gioiosa e inarrestab­ile fra i suoi successi, dal Folkstudio fino all’ultimo Tortuga. Il nome del bar frequentat­o da studente, luogo della memoria e delle emozioni come questo palco che Antonello si riprende dopo 15 anni, affiancato da vecchi e nuovi compagni di strada. Dall’intimità del piano solo si passa al «come eravamo» con la band storica Stradapert­a, ad altre canzoni con il gruppo da ora con lui in tour. Super ospite Biagio Antonacci, che inneggia a «un grande maestro, in una grande città», lui milanese, prima di intonare Che fantastica storia è la vita e Amici mai. Sale sul palco anche Briga, Dalla pelle al cuore e Roma capoccia. Ed è un boato trasversal­e, dai giovanissi­mi incollati al cellulare ai «nati sotto il segno dei Pesci», brizzolati e indomiti. Gli occhi umidi, fra nostalgia e ritrovato orgoglio, mentre scorrono le immagini del liceo Giulio Cesare negli anni 60, di personaggi da Trilussa a Ferilli, Totti e Bergoglio e scorci mozzafiato di una città da cartolina, degli amici che non ci sono più (Lucio Dalla, Pino Daniele, Alessandro Centofanti). E quasi si stenta a chiudere.

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