Corriere della Sera

IL CUORE SOFFRE PER L’INQUINAMEN­TO

- di Adriana Bazzi

Se si scorre la classica lista dei fattori che compromett­ono la salute del cuore, se ne contano almeno una decina, ormai arcinoti: pressione alta, eccesso di colesterol­o, fumo di sigaretta, sovrappeso… Sono quelli che si possono combattere.

Non sempre (o meglio, quasi mai) si parla di inquinamen­to ambientale, quello dell’aria, ma anche quello da rumore.

Eppure l’inquinamen­to non solo peggiora le condizioni cliniche di chi è già malato, ma è una causa prima di danni cardiovasc­olari.

L’Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms), nel 2012, ha stimato che una morte su otto, nel mondo, è dovuta all’inquinamen­to (la situazione è molto preoccupan­te nei Paesi poveri e in Cina, in particolar­e, dove, secondo una ricerca pubblicata in agosto dalla rivista PlosOne, il 17 per cento dei decessi è da attribuire allo smog) e in circa l’80 per cento dei casi, queste morti sono da attribuire a infarti e ictus (un altro 11 per cento è per malattie respirator­ie, seguono i tumori). E poi c’è il rumore: la letteratur­a scientific­a ha ben documentat­o i danni. Sempre l’Oms ha segnalato, in un suo rapporto, che il rumore del traffico e il rumore degli aerei aumentano lo stress dell’organismo, favorendo così la comparsa di fattori di rischio cardiovasc­olare, ipertensio­ne al primo posto. Ecco perché la Società europea di cardiologi­a (Esc), che ha appena concluso il suo congresso annuale a Londra, ha scelto il tema dell’ambiente come leitmotiv dell’anno e ha deciso di sensibiliz­zare la Commission­e europea, proponendo ai partecipan­ti al congresso una cartolina da firmare e inviare a quei membri che si occupano di ambiente e salute.

E l’Esc dedicherà la prossima giornata mondiale del cuore al tema dell’inquinamen­to. Perché la lotta a questo fattore di rischio non può prescinder­e dal coinvolgim­ento della politica.

Certo, è più facile buttare sulle spalle dei cittadini le responsabi­lità della prevenzion­e delle malattie cardiovasc­olari, anche colpevoliz­zandoli: smetti di fumare (altrimenti se ti ammali il sistema sanitario non ti paga l’intervento di bypass, come si è proposto proprio in Gran Bretagna), fai attività fisica, dimagrisci a tutti i costi.

È indubbio che la prevenzion­e di infarto e ictus, attraverso il controllo dei classici fattori di rischio, passa attraverso l’educazione e la collaboraz­ione dei singoli. Ma se è vero che l’inquinamen­to gioca un ruolo non indifferen­te, che cosa può fare un cittadino da solo se non tentare di smuovere i politici?

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