IL CUORE SOFFRE PER L’INQUINAMENTO
Se si scorre la classica lista dei fattori che compromettono la salute del cuore, se ne contano almeno una decina, ormai arcinoti: pressione alta, eccesso di colesterolo, fumo di sigaretta, sovrappeso… Sono quelli che si possono combattere.
Non sempre (o meglio, quasi mai) si parla di inquinamento ambientale, quello dell’aria, ma anche quello da rumore.
Eppure l’inquinamento non solo peggiora le condizioni cliniche di chi è già malato, ma è una causa prima di danni cardiovascolari.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel 2012, ha stimato che una morte su otto, nel mondo, è dovuta all’inquinamento (la situazione è molto preoccupante nei Paesi poveri e in Cina, in particolare, dove, secondo una ricerca pubblicata in agosto dalla rivista PlosOne, il 17 per cento dei decessi è da attribuire allo smog) e in circa l’80 per cento dei casi, queste morti sono da attribuire a infarti e ictus (un altro 11 per cento è per malattie respiratorie, seguono i tumori). E poi c’è il rumore: la letteratura scientifica ha ben documentato i danni. Sempre l’Oms ha segnalato, in un suo rapporto, che il rumore del traffico e il rumore degli aerei aumentano lo stress dell’organismo, favorendo così la comparsa di fattori di rischio cardiovascolare, ipertensione al primo posto. Ecco perché la Società europea di cardiologia (Esc), che ha appena concluso il suo congresso annuale a Londra, ha scelto il tema dell’ambiente come leitmotiv dell’anno e ha deciso di sensibilizzare la Commissione europea, proponendo ai partecipanti al congresso una cartolina da firmare e inviare a quei membri che si occupano di ambiente e salute.
E l’Esc dedicherà la prossima giornata mondiale del cuore al tema dell’inquinamento. Perché la lotta a questo fattore di rischio non può prescindere dal coinvolgimento della politica.
Certo, è più facile buttare sulle spalle dei cittadini le responsabilità della prevenzione delle malattie cardiovascolari, anche colpevolizzandoli: smetti di fumare (altrimenti se ti ammali il sistema sanitario non ti paga l’intervento di bypass, come si è proposto proprio in Gran Bretagna), fai attività fisica, dimagrisci a tutti i costi.
È indubbio che la prevenzione di infarto e ictus, attraverso il controllo dei classici fattori di rischio, passa attraverso l’educazione e la collaborazione dei singoli. Ma se è vero che l’inquinamento gioca un ruolo non indifferente, che cosa può fare un cittadino da solo se non tentare di smuovere i politici?