Percorso a ostacoli
Secondo le statistiche, circa 6 persone su 100 portano a termine l’impresa senza aiuti
italiana lotta ai tumori. Statistiche alla mano, l’età media in cui i fumatori decidono di spegnere l’ultima sigaretta è dopo i 40 anni e solo un 10% prende la decisione tra i 15 e i 24 anni. Ma un incentivo da tenere presente è che meno sono gli anni di dipendenza, meno fatica si fa a dire basta.
E se è vero che eliminare il fumo dalla propria vita è spesso difficile - tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il tabagismo una “patologia recidivante”-, con il giusto sostegno può rivelarsi meno arduo. Buona cosa sarebbe affrontare la sfida come una corsa ad ostacoli. «Non bisogna lasciarsi demoralizzare dalle ricadute — dice Walter Ricciardi —, che sono frequenti e fanno parte del cambiamento. Ci si sente in colpa e afflitti, ma i fallimenti possono essere una risorsa per conoscere meglio le proprie debolezze oppure le situazioni a rischio».
Diversi studi hanno provato che il tentativo di stop al fumo con maggiori probabilità di successo, se ogni volta si affronta l’impegno con le giuste modalità, è il quarto.
È stato poi dimostrato che usando insieme terapia farmacologia e supporto psicologico, ogni tentativo di disassuefazione aumenta del 25% la probabilità di successo rispetto al precedente.
Inoltre, per chi è intenzionato a ridurre il numero di sigarette quotidiane, ma non è ancora capace o deciso a eliminarle del tutto, iniziare gradualmente con farmaci che
attenuano il desiderio può aiutare a raggiungere l’obiettivo.
« Purtroppo il tabagismo non è ufficialmente riconosciuto come dipendenza e in Italia non è inserito nei Lea, i livelli essenziali di assistenza — sottolinea Silvia Novello, presidente dell’associazione WALCE Onlus (Donne Europee Contro il Tumore al Polmone) —. Ciò significa che non c’è rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale per l’attività dei Centri antifumo. Quindi sempre più spesso ai pazienti viene chiesto di pagare le visite nei servizi di disassuefazione. E i farmaci prescritti a chi vuole smettere (dai sostitutivi della nicotina, quali cerotti, gomme e caramelle, a bupropione e vareniclina) devono essere comprati di tasca propria, mentre in altri Paesi europei sono rimborsati dal servizio sanitario».