Le cellule «ingrassate» possono portare a sviluppare la cirrosi
Se il fegato ingrassa c’è di che preoccuparsi. Perché la steatosi epatica è il primo anello di una catena di guai assai seri, come spiega Antonio Gasbarrini, epatologo del Policlinico Gemelli di Roma: «Essendo il fegato la centrale metabolica del nostro organismo, se quest’organo non funziona a dovere innesca problemi come ipercolesterolemia, resistenza all’insulina, ipertensione: la steatosi spesso è infatti la prima manifestazione della cosiddetta sindrome metabolica, che a sua volta favorisce la comparsa di diabete oltre che essere un fattore di rischio per numerosi tipi di tumore. Inoltre, se trascurata la steatosi si trasforma in cirrosi: succede nel 25-30% dei casi, tanto che già oggi negli Stati Uniti il fegato grasso è la prima causa di cirrosi e trapianto di fegato».
È più a rischio chi ha una familiarità per il problema e anche chi ha altre patologie per le quali è costretto a terapie farmacologiche croniche: dover smaltire continuamente medicinali affatica le cellule epatiche, che poi diventano meno capaci di gestire i troppi grassi.
La steatosi però non dà alcun sintomo: il fegato infatti è un “soldatino” che lavora indefessamente fino a che il danno non è insormontabile.
«Si tratta di un organo talmente importante per la nostra sopravvivenza da essere capace di sopportare parecchie fasi di difficoltà senza cedere e dare segni di sofferenza: al massimo si può avere sonnolenza, un malessere generico, ma un fegato malato non si vede e non fa male — osserva l’esperto —. Di conseguenza, preoccupa e sprona all’intervento meno, per esempio, di un dolore alla spalla, che di certo non mette a rischio la vita come un’epatopatia non curata».
A quali controlli bisogna sottoporsi allora, e quando? «L’ecografia è un test semplice, economico e senza rischi in grado di diagnosticare precocemente la steatosi; anche l’esame delle transaminasi, soprattutto la GPT, è indispensabile. Se si sospetta una sindrome metabolica già in atto, sì alla valutazione di colesterolo, trigliceridi e glicemia — raccomanda Gasbarrini —. Tutti gli over 40 dovrebbero fare un check-up epatico annuale. Se però lo stile di vita è stato poco salutista, i controlli è bene iniziarli anche prima: purtroppo oggi vediamo casi di fegato grasso e sindrome metabolica sempre più precoci, perfino nei ragazzini».
«La buona notizia — conclude l’esperto — è che una volta riconosciuto il problema, la steatosi può essere contrastata modificando le abitudini: il fegato è un organo straordinario, se ci si rimette in carreggiata si “pulisce” e può ripartire da zero a funzionare perfettamente. L’essenziale è recuperare un’alimentazione quotidiana sana ed equilibrata, lasciando che gli eccessi di calorie, zuccheri e cibi raffinati restino un’eccezione».