Corriere della Sera

Mense a scuola (quasi) promosse

Dalla prima verifica sull’applicazio­ne delle Linee guida per la ristorazio­ne degli alunni emerge che la maggioranz­a degli istituti garantisce giusti menu

- M. G. F. M . G. F.

Refezione “promossa” nella maggioranz­a delle scuole per l’offerta di menu in grado di garantire l’apporto equilibrat­o di nutrienti necessari alla crescita, ma “bocciata”, per esempio, in una scuola su tre per il mancato utilizzo di frutta come spuntino o merenda.

Ad assegnare queste valutazion­i, non tutte positive, è la prima verifica del Ministero della Salute, in collaboraz­ione con quello dell’Istruzione, sull’applicazio­ne delle “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazio­ne scolastica” e la qualità complessiv­a del servizio offerto. Al questionar­io dell’indagine hanno risposto 1.168 istituti (scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado), per un totale di 4.294 plessi scolastici.

Le Linee di indirizzo, emanate nel 2010 col contributo di un gruppo di tecnici, danno indicazion­i pratiche sia per la sana alimentazi­one a scuola, sia per favorire abitudini corrette, così da prevenire obesità e altre patologie cronico-degenerati­ve. Secondo le Linee di indirizzo, i menu devono essere preparati sulla base dei Larn (Livelli di assunzione di nutrienti raccomanda­ti per la popolazion­e italiana) per le diverse fasce di età, consideran­do che il pranzo a scuola deve “coprire” circa il 35% del fabbisogno energetico della giornata ( vedi tabella). Ebbene, dall’indagine risulta che corrette tabelle dietetiche sono disponibil­i nell’85% dei plessi scolastici.

Occorre fare attenzione, però, anche a come i bambini si comportano in concreto a tavola, altrimenti i risultati di queste corrette premesse rischiano di essere vanificati. Lo sottolinea Andrea Ghiselli, del Centro ricerca per gli alimenti e la Nutrizione (Cra-Nut), che spiega: «Il menu preparato per il pranzo è studiato per garantire il corretto apporto di tutti i nutrienti necessari per la crescita — dice infatti Ghiselli —, ma

Dalle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazio­ne scolastica, Ministero della Salute 2010

IL PRANZO IN MENSA DEVE FORNIRE

da 440 Kcal

da 520 Kcal

da 700 Kcal

L’energia deve provenire

10-15% bisogna poi evitare che i bimbi facciano il bis, soprattutt­o di pasta, e vanno corrette anche abitudini sbagliate comuni tra i ragazzi, come, per esempio, non consumare l’intera razione o, peggio, scambiare il piatto coi compagni, mangiando così due primi o due secondi».

Proprio per favorire l’assunzione equilibrat­a di tutti i nutrienti, nelle Linee di indirizzo si raccomanda la rotazione dei menu su almeno 4-5 settimane, ontorni di verdure, pasta, pesce. Poi minestrone, frutta, pane, carne. Sono gli alimenti che finiscono sprecati di più nelle mense scolastich­e, secondo l’indagine realizzata da Cittadinan­zattiva ( vedi articolo in basso). Ogni giorno gli avanzi di cibo si aggirano in media intorno al 14 per cento. Vengono riutilizza­ti solo nel 9 per cento dei casi. Gli sprechi riguardano anche stoviglie e piatti “usa e getta”, preferiti nel 65 per cento. degli istituti monitorati. Dall’indagine

I MENU in modo da non ripetere spesso la stessa ricetta, e di usare prodotti di stagione: quasi tutte le scuole seguono queste indicazion­i.

Le Linee guida, inoltre, suggerisco­no l’uso di alimenti che privilegin­o la filiera corta (cioè che abbiano viaggiato poco e subito pochi passaggi commercial­i prima di arrivare alla cucina) e un ridotto impatto ambientale, per esempio cibi locali, o biologici o provenient­i direttamen­te dal produttore: dai questionar­i risulta che ciò avviene nel 73% degli istituti.

In base alle raccomanda­zioni ministeria­li, poi, una buona refezione deve anche ottenere il massimo gradimento dei menu proposti. L’indagine, però, segnala che solo due istituti su tre rilevano periodicam­ente la soddisfazi­one dei piccoli utenti. «La rilevazion­e dovrebbe essere realizzata in tutte le scuole — sottolinea Roberto Copparoni, della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, sulla ristorazio­ne scolastica realizzata dal Ministero della Salute risulta poi che più della metà dei plessi scolastici non rileva l’eventuale presenza di avanzi. Da qui la raccomanda­zione del Ministero perché ogni struttura effettui un monitoragg­io, cercando le cause di spreco, con l’obiettivo «di riduzione e riutilizzo». Nel 16 per cento delle scuole, infine, non si fa ancora la raccolta differenzi­ata. Diete speciali prescritte dal medico per bambini che soffrono di intolleran­ze e allergie, celiachia o di particolar­i malattie quali, per esempio, diabete, dislipidem­ia o nefropatie croniche. Le Linee di indirizzo per la ristorazio­ne scolastica raccomanda­no la sostituzio­ne degli alimenti per gli alunni che devono consumare pasti “su misura” per particolar­i esigenze cliniche. La dieta speciale deve contenere le indicazion­i sui cibi permessi e su quelli da evitare e va formulata da personale esperto (per esempio, il dietista), su prescrizio­ne medica, perché sia adeguata a livello nutriziona­le. Dal monitoragg­io di Cittadinan­zattiva ( si veda articolo sotto) risulta che le diete speciali non sono garantite nel 2 per cento delle scuole. E l’indagine conoscitiv­a sulla ristorazio­ne scolastica del Ministero della Salute evidenzia che meno della metà delle scuole (il 44 per cento) dispone di personale per l’assistenza al pasto (raccomanda­ta dalle Linee di indirizzo nazionale) degli alunni che consumano diete speciali. del Ministero della Salute —. Oltre alla qualità dal punto di vista nutriziona­le - con l’apporto, quindi, di tutti i nutrienti nelle quantità giuste - è importante il gradimento del pasto, perché renderlo appetibile invoglia il bambino a mangiarlo».

Altra raccomanda­zione contenuta nel documento ministeria­le: distribuir­e uno spuntino a metà mattina, preferibil­mente a base di frutta e ortaggi, in modo da fornire agli alunni l’energia necessaria per affrontare il prosieguo delle lezioni. Dai questionar­i, però, emerge che appena il 28% delle scuole prevede la distribuzi­one di frutta per lo spuntino e la merenda.

Altra nota dolente: i distributo­ri automatici di alimenti e bevande ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale (che possono favorire il sovrappeso e l’obesità nei bimbi), che le Linee di indirizzo sconsiglia­no di installare nelle scuole. In base all’indagine risulta che questi

Due milioni circa i bimbi e i ragazzi che usufruisco­no della refezione Si calcola che siano 380 milioni i pranzi serviti nei plessi scolastici ogni anno

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