Corriere della Sera

JOSCHKA FISCHER

«Merkel mi ha sorpreso Orgoglioso del mio Paese»

- Di Paolo Valentino

Dice: «Angela Merkel sui rifugiati ha preso una decisione giusta e coraggiosa. Ricordiamo però che non è una scelta dell’Europa, ma del capo del governo tedesco». L’ex ministro degli Esteri Joschka Fischer spiega al Corriere: «Spero che inneschi una nuova dinamica anche nell’Unione, non solo sulle migrazioni».

Ieri, Angela Merkel ha tenuto una conferenza stampa per felicitars­i con i tedeschi, per dire come sia stata commovente, durante il weekend, la loro accoglienz­a ai profughi in cerca di asilo. Ma soprattutt­o per avvertirli di quello che li aspetta. Gli arrivi — ha detto — «sono qualcosa che dovremo affrontare per i prossimi anni». Qualcosa — ha aggiunto — «che cambierà il nostro Paese: vogliamo che sia un cambiament­o per il meglio e crediamo di poterlo fare». Soddisfatt­a, commossa…e pronta ad affrontare una quantità (di persone) che cambierà la qualità (del Paese). La svolta che il flusso di profughi ha avviato nei giorni scorsi è, nella lettura della cancellier­a, un’immediata impresa organizzat­iva. Ma è soprattutt­o destinata a trasformar­e la Germania e il Vecchio Continente. Integrare centinaia di migliaia di richiedent­i asilo, probabilme­nte qualche milione nel giro di pochi anni, sarà una sfida maggiore di quella della riunificaz­ione: non tanto per numero di persone coinvolte ma perché si tratta di profughi diversi dai tedeschi per cultura, usanze, religione, aspettativ­e, capacità di comunicare. L’obiettivo di Berlino è rendere il meno traumatico possibile il passaggio dalla Germania più o meno omogenea di oggi (in realtà ha già integrato quattro milioni di turchi, ma in decenni) a una Germania multinazio­nale. «Abbiamo alle spalle un week- end commovente», ha detto Frau Merkel: sforzi di cittadini che «hanno dipinto un quadro della Germania che può renderci orgogliosi». Ha sottolinea­to che è bello sapere che il Paese è attraente, che la gente vuole andarci a vivere, «soprattutt­o se pensiamo alla nostra storia». E che qui non si parla della cancellier­a o dei politici «ma di chi è andato nelle stazioni ad accogliere i rifugiati». Poi, ha chiarito che ora serve «uno sforzo nazionale» che durerà a lungo. Anche europeo, in realtà, a cominciare dalla ricerca di una posizione comune nella Ue sulla politica di asilo: «Lavoreremo per farne uno dei grandi progetti dell’Unione Europea nei prossimi anni». L’apertura ai rifugiati, che spesso viene definita «svolta di Merkel», in realtà è una convinzion­e consolidat­a della cancellier­a. La quale da mesi lancia allarmi contro il razzismo e contro il movimento xenofobo Pegida sulla base del concetto «la Germania è un Paese di immigrati». Lo sarà sempre di più.

@danilotain­o

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