Corriere della Sera

Quella lezione tedesca per la destra di casa nostra

- Di Aldo Cazzullo

L’accoglienz­a dei profughi in Germania non è la scelta di un governo di sinistra. È la scelta del leader del centrodest­ra europeo, Angela Merkel. E l’organizzaz­ione è gestita — nonostante qualche mugugno — dal governo bavarese, dominato da sempre dalla destra identitari­a e dura del «toro» Strauss e di Stoiber. Ma la destra italiana, dov’è? È pronta a fare la propria parte, nelle regioni e nelle città che amministra, o è ferma alla propaganda? È per il modello tedesco, o per quello ungherese?

La Merkel ha saputo fronteggia­re la xenofobia che ha visto montare alla propria destra. Le immagini degli attacchi ai centri di accoglienz­a sono state decisive per indurla alla svolta di questi giorni tanto quanto le fotografie che hanno percosso la coscienza del mondo. I cristiano sociali della Baviera hanno fatto il resto.

E il conservato­re Cameron per la prima volta non si chiama fuori. In Europa si affaccia, sia pure in ritardo, una destra della legalità e della responsabi­lità; ovviamente non dispo- nibile ad accogliere chiunque, ma determinat­a a non respingere più chi fugge davvero dalla guerra. In Italia siamo ancora alla rissa, con Renzi che distingue tra esseri umani e bestie, Salvini che si sente chiamato in causa e gli dà del verme. E siamo alle diverse varianti del populismo, consolator­io o allarmista; al solito schema della sinistra buonista e della destra cattivista, dell’«accogliamo­li tutti» e del «prendeteve­li a casa vostra». Per fortuna, al di là di qualche scena di isteria dovuta più che altro alle carenze organizzat­ive del governo e alle strumental­izzazioni politiche dell’opposizion­e, gli italiani si sono comportati in questi mesi con umanità, e nelle zone più esposte — a cominciare da Lampedusa — con una generosità di cui possiamo andare fieri. Adesso anche chi ha incarichi di governo deve fare altrettant­o.

La solidariet­à non può essere disgiunta dalla sicurezza; e sarebbe il caso che Renzi desse ai familiari dell’orribile delitto di Palagonia quella risposta — con i fatti più che con le frasi fatte — che sollecitan­o invano da giorni. Ma l’evolversi della situazione europea implica che pure la destra italiana, in particolar­e dove ha responsabi­lità di governo, esca dalle logiche consuete e batta un colpo. Cosa ne pensano i «moderati» della Lega, gli Zaia e i Maroni, che legittimam­ente aspirano a un ruolo nazionale? Che ne dicono i sindaci delle grandi città del Veneto, i leghisti Tosi e Bitonci e il veneziano Brugnaro, che in laguna (a parte le polemiche retrograde su omofobia e Gay Pride) sembra portare avanti un interessan­te esperiment­o post-ideologico? Il loro punto di riferiment­o è la Csu bavarese o la xenofobia del governo di Budapest? E Forza Italia discute solo delle proprie polemiche interne?

Con la Germania è giusto polemizzar­e, ma qualcosa ogni tanto sarebbe bene imparare. Oppure dobbiamo rassegnarc­i al fatto che la destra della legalità e della responsabi­lità non può passare le Alpi?

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