Corriere della Sera

I migranti e il poeta

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

« Questa migrazione massiccia è inedita nella storia dell’umanità, io credo. È l’esplosione spontanea di tutto un popolo che non sopporta la tirannia, né quella di Bashar Al Assad né quella dello Stato islamico. Per l’Europa è l’occasione di darsi un’anima, e i cittadini si stanno mostrando migliori dei loro governi. L’intervento aereo in Siria annunciato da Hollande invece non servirà a niente, io temo, è solo propaganda. L’Isis è stato finanziato da Qatar e Arabia Saudita, Paesi con i quali l’Europa e l’America continuano ad avere rapporti privilegia­ti».

Ali Ahmed Saïd Esber è nato 85 anni fa a Latakia, nella Siria alauita, nel 1956 ha lasciato il suo Paese per il Libano e poi Parigi ed è diventato Adonis, uno dei più grandi poeti viventi. Voce da sempre critica del regime degli Assad e da quando è scoppiata anche della rivoluzion­e siriana, Adonis dice che «la politica fa parte della cultura, e tutta la mia opera va in questa direzione: un poema non può cambiare un’istituzion­e ma l’immaginari­o, le relazioni sociali. Altrimenti l’arte non serve a niente».

Che cosa ha pensato in queste ultime settimane?

«Da quattro anni, dall’inizio della guerra in Siria, vediamo autobomba, bambini assassinat­i, innocenti torturati. Ma l’immagine di quel bambino con il viso nella sabbia e il dorso verso il cielo mi ha sbigottito. L’innocenza incarnata, la natura umana rigettata, rifiutata dal mare. Una seconda crocifissi­one, dopo quella di Cristo».

Crede che l’atteggiame­nto degli europei ora stia cambiando?

«Mi pare di sì, c’è un nuovo slancio di generosità. Ha cominciato la Germania, che pure non è una ex potenza coloniale in Medio Oriente. Tempo fa l’Europa ha colonizzat­o il mondo musulmano, dovrebbe sentire un debito verso questi Paesi. Per fortuna i cittadini europei hanno un senso morale più forte dei loro governi».

Non teme che passata l’emozione di questi giorni le società europee potranno rigettare gli immigrati, siriani o meno? L’Europa è anche movimenti come il Front National in Francia o Pegida in Germania.

«Io voglio credere che questa crisi sia un elemento vivificant­e del corpo politico e sociale europeo. Dopo i fatti di questi giorni ci sarà più coscienza, più chiarezza. Tedeschi e austriaci si sono mobilitati, il premier finlandese annuncia che accoglierà una famiglia a casa sua, il Papa chiede a ogni parrocchia di fare lo stesso... Il dramma siriano può aprire delle nuove possibilit­à sulle due rive del Mediterran­eo. Europa era una divinità fenicia, siamo un unico mondo, quel che accade in Medio Oriente ha ripercussi­oni qui, e questo non è mai stato così evidente. Io non sono mai pessimista».

Anche se anni fa ha dichiarato che il mondo arabo è morto?

«Quando dico che il mondo arabo è finito, spero in una nuova partenza. Ma intanto assistiamo alla fine di una civiltà, della sua forza creatrice. Anche l’idea di Califfato è un segno della fine, sono gli ultimi spasmi di un corpo morente. Oggi il mondo arabo significa tre cose: il petrolio, il gas e lo spazio strategico. Nient’altro».

Perché pur essendo un oppositore di Assad lei non ha appoggiato la rivoluzion­e siriana?

«Perché ancora una volta si trattava di un conflitto di potere, non di un nuovo progetto di società. I siriani laici e democratic­i sono stati immediatam­ente messi ai margini. Nell’inconscio arabo tutti i problemi hanno la loro soluzione nel testo coranico. Non si cercano mai soluzioni, perché sono già tutte nel Corano. Il punto è sempre cambiare il potere che non segue il testo sacro, che non lo applica bene... Quando invece è il testo che va adattato alla realtà. Io non sono contro l’islam, sono contro l’islam politico, istituzion­ale e ideologico, come esiste in Arabia Saudita. Il mondo arabo non rinascerà finché non riuscirà a separare davvero religione e politica».

L’intervento aereo annunciato da Hollande non servirà a niente, è solo propaganda L’Isis è finanziato da Qatar e Arabia Saudita Per fortuna i cittadini europei hanno un senso morale più forte dei loro governi C’è un nuovo slancio di generosità

@Stef_Montefiori

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