Salvini insulta Renzi. Tensione sui migranti
Il leader leghista critica le parole sullo «scontro tra umani e bestie»: verme, strumentalizza il bimbo morto Il Pd insorge. Il premier esclude i raid contro l’Isis: non partecipiamo alle iniziative di Francia e Regno Unito
Sull’immigrazione la Lega si gioca tutto. Così il segretario Matteo Salvini si spinge ad insultare il presidente del Consiglio. «Renzi è un verme», argomenta, dopo che il premier aveva detto che lo scontro sui rifugiati «non è politico ma tra umani e bestie...»: «Un presidente del Consiglio che usa un bambino di tre anni morto su una spiaggia per fare campagna elettorale, dal mio punto di vista è un verme». Salvini si riferisce a quanto successo domenica alla Festa dell’Unità, a Milano, dove Renzi ha parlato molto del dramma dei rifugiati facendo mostrare anche una gigantografia con l’immagine straziante del piccolo Aylan morto in mare e ritrovato sulla spiaggia turca di Bodrum.
«È squallido — insiste il leader del Carroccio — un presidente del Consiglio che insulta la maggioranza degli italiani che chiedono regole, rispetto, sicurezza, accoglienza, per chi scappa veramente dalla guerra, ma l’espulsione per chi non scappa da nessuna guerra...». Dunque, ha sintetizzato, «la vera bestia è Renzi, con tutto il rispetto per le bestie....». La leader di FdI Giorgia Meloni ha aggiunto: «Se per Renzi difendere il proprio popolo è da bestie, allora siamo bestie». Nel pomeriggio Meloni è stata poi ricevuta al Quirinale dal capo dello Stato, a cui aveva chiesto un incontro dopo la vicenda della lettera «di censura» che le ha inviato l’Ufficio antidiscriminazioni: «Ringrazio Mattarella — ha detto al termine— anche lui considera anomala la missiva».
Il presidente del Consiglio, che pure ha parlato di immigrazione a Porta a Porta, ha scelto un profilo istituzionale, evitando il botta e risposta: «L’Italia non è invasa ma non si può continuare così...».
Sulla questione del «verme», ha lasciato che rispondessero altri nel Pd: «Salvini dopo aver usato tutte le vittime di questo Paese, finge di scandalizzarsi per una foto. Verme è chi il verme fa», risponde il deputato Ernesto Carbone. E il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha aggiunto: «L’accusa di essere dei vermi andrebbe rivolta ai trafficanti di essere umani». Invece Matteo Colaninno chiede: «Se Salvini si sente tirato in ballo non è certo colpa di qualcuno, è lui che ha inondato tv e giornali dalla sua retorica dagli accenti xenofobi e razzisti».
Matteo Renzi, nel giorno in cui Angela Merkel ha rivendicato l’orgoglio con cui si sono mossi in Germania cittadini e istituzioni davanti all’ondata di profughi, ha provato a riportare la barra del dibattito sul merito: «Dal mare sono arrivate 170 mila persone l’anno scorso, che poi non sono rimaste tutte in Italia. Quest’anno siamo sugli stessi numeri: 116.131 mila a fine agosto. L’Italia dunque non è invasa come dice qualcuno, ha una presenza ancora sopportabile, ma il punto è che non possiamo continuare così».
Renzi poi scandisce come un mantra una formula che — a forza di ripeterla quando solo poche settimane fa la frontiera comunitaria sotto pressione era solo quella marittima di Lampedusa — alla fine ha dato ragione alla posizione italiana: «Sta cambiando qualcosa in Europa, quello che dicevamo solo noi, ora lo stanno dicendo in tanti».
Infine, sulle iniziative militari annunciate contro l’Isis in Siria, Renzi fa un distinguo: «L’Italia non partecipa a iniziative come quelle che Francia e Inghilterra hanno annunciato di studiare. A mio giudizio occorre che la comunità internazionale abbia un progetto a lungo termine, e le iniziative spot servono e non servono».
Salvini È squallido un premier che insulta la maggioranza degli italiani che chiedono regole e sicurezza