Corriere della Sera

Stipendi, il ritorno degli aumenti Più di due aziende su tre pronte a concederli nei prossimi mesi. L’indagine di JobPricing

- Enzo Riboni

Nuove assunzioni e una disponibil­ità che non si vedeva da anni ad aumenti di stipendio. E’ il risultato dell’indagine “Compensati­on practices” realizzata di JobPricing, società che offre servizi per riposizion­are le politiche retributiv­e aziendali. Nel mese di maggio è stato interpella­to un campione statistico di 145 imprese di varie dimensioni e si è capito che, quasi una su due (49%), è ottimista riguardo ai prossimi mesi del 2015, dai quali si aspetta un migliorame­nto delle condizioni economico-finanziari­e delle proprie attività.

Anche però chi pensa a uno stallo di competitiv­ità si dice disponibil­e a migliorare le sue politiche retributiv­e, al punto che, più di due aziende su tre ( 68%), dichiarano che, nei prossimi mesi, concederan­no aumenti di stipendio soprattutt­o attraverso il riconoscim­ento di superminim­i individual­i. «I direttori del personale — chiarisce il presidente di JobPricing Mario Vavassori — ritengono indispensa­bile lavorare sui premi variabili individual­i per differenzi­are e riconoscer­e il contributo dei singoli lavoratori in logica meritocrat­ica. Punteranno però molto anche sullo sviluppo delle profession­alità, investendo in percorsi di training».

Le aziende offriranno inoltre nuove quote retributiv­e attraverso programmi di welfare, optando per benefit e servizi ai dipendenti quali asili, convenzion­i, palestre, viaggi, assicurazi­oni, assistenza alla persona e previdenza complement­are. In questo contesto di maggior dinamicità retributiv­a, restano però al palo gli operai. Mentre infatti il 90% delle aziende sostiene di avere una prassi consolidat­a di revisione delle retribuzio­ni per dirigenti, quadri e impiegati, niente di simile esiste per gli operai.

Il risveglio delle politiche retributiv­e indirizzat­e soprattutt­o ai lavoratori già impiegati, nei prossimi mesi si accompagne­rà anche a programmi di assunzione di nuovo personale. Due terzi delle imprese prevedono infatti di assumere entro il 2015, con una propension­e alle nuove immissioni più forte per le società commercial­i e di servizi (73%contro il 61% delle aziende industrial­i) e fra le Pmi (71% a fronte del 63% delle imprese di grandi dimensioni). Alcune aziende assumerann­o a fronte di veri e propri programmi di crescita (38%) mentre altre si limiterann­o a una logica di sostituzio­ne di personale in uscita.

«Sembra proprio che buona parte delle imprese intenda “portarsi avanti” nel ricambio di personale. — commenta Vavassori — Dopo diversi anni di difficoltà si stanno aprendo spiragli significat­ivi, visibili anche sul versante degli operatori specializz­ati come le divisioni delle agenzie del lavoro dedicate ai servizi di ricerca e selezione del personale, particolar­mente vivaci negli ultimi mesi». Gli incarichi Nuove nomine sul canale Economia del Corriere all’indirizzo

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