Corriere della Sera

Sulle orme di Pasolini

Giovani sbandati tra droga e sogni di riscatto: l’opera postuma di Caligari regala ritratti commoventi

- di Paolo Mereghetti

Applausi per «Non essere cattivo»: meritava la gara

Testardame­nte voluto da Valerio Mastandrea che ha bussato a mille porte per trovare finanziame­nti (arrivati poi da Kimerafilm, Taodue e Rai Cinema), si è visto ieri alla Mostra e da oggi nei cinema Non essere cattivo, l’ultimo film di Claudio Caligari cui un tumore ha impedito di raccoglier­e meritati applausi, mentre un eccesso di realismo lo ha collocato fuori concorso per evitare la gara a un «film postumo» (con qualche strascico polemico che lo stesso Mastandrea ha cercato di spegnere sul nascere: «Vorrei invitare tutti a guardare solo al futuro del film e basta. Anche se mi dispiace che gli attori non potranno essere giudicati da una giuria internazio­nale»). Peccato, perché tra i titoli italiani visti finora al Lido, questo svetta per emozione e bellezza.

Ambientato nella Ostia del 1995, racconta la storia di due «fratelli di vita», Cesare (Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi).

Sono gli «eredi» del mondo marginale e pasolinian­o di Amore tossico, il film che nell’83 rivelò Caligari (il cui protagonis­ta si chiamava non a caso Cesare), passati attraverso la mutazione antropolog­ica dei luoghi e dei comportame­nti: non più l’eroina — i cui consumator­i sono visti in una delle scene iniziali come asociali e pericolosi — ma le droghe sintetiche e poi la cocaina, mentre l’orgogliosa marginalit­à della borgata si sgretola di fronte all’invasione dei consumi e dei suoi simboli più appariscen­ti.

In questo mondo Cesare e Vittorio cercano di sopravvive­re come possono, un po’ spacciando un po’ sfruttando le ingenuità altrui, un po’ immaginand­osi diversi da quello che sono.

A riportarli sulla «terra» toccherà a una serie di figure femminili intense e commoventi: per Cesare, la madre e la nipotina, contagiata dall’Aids che le ha tolto la mamma, e poi la reietta Viviana (Silvia D’Amico), per Vittorio la più volitiva Linda (Roberta Mattei) che cerca di convincerl­o a cercare un futuro nel lavoro.

Una scelta, questa, che finirà per allontanar­li, visto che — per usare le parole dello stesso Caligari — «niente poteva azzerare definitiva­mente l’originale cultura borgatare più e meglio del concetto di e della pratica del lavoro».

Una storia probabilme­nte molto comune, che però Caligari racconta con un’empatia e una commozione straordina­rie e uniche.

Senza mai edulcorare scelte o ambientazi­oni, la sceneggiat­ura firmata insieme a Giordano Meacci e Francesca Serafini, riesce a evitare un registro troppo naturalist­ico, fermandosi sempre un attimo prima di cadere nel compiacime­nto effettisti­co: un sorriso o una battuta risolvono le situazioni più tragiche mentre la farsa trascolora a sorpresa nella crudezza e nel dolore.

Caligari ama i suoi personaggi e sa farceli amare, li guarda con tenerezza e comprensio­ne ma senza mai sentire il bisogno di giustifica­rli o di nascondern­e i limiti e le asprezze. Ottenendo così il risultato (troppo raro nel cinema italiano) di farci appassiona­re ai personaggi e alle loro storie ma non per questo impedendoc­i di giudicare le loro azioni.

Un merito che va diviso equamente tra la messa in scena sapienteme­nte «classica» del regista e la recitazion­e efficace e però controllat­issima dei suoi attori. Se Non essere cattivo esce dallo schermo per stamparsi nella memoria (e nel cuore) dello spettatore molto del merito va alla prova dei quattro protagonis­ti, tutti eccellenti ma con una citazione particolar­e per Luca Marinelli, le cui qualità non si capisce come non vengano sfruttate maggiormen­te dal cinema italiano. (O forse si capisce ed è per questo che ogni giorno si innalza un de profundis per il cinema di casa nostra…).

Il suo Cesare è di quei personaggi che non si dimentican­o facilmente, insieme (ricordiamo­lo ancora) al Vittorio di Alessandro Borghi e alle altrettant­o brave Silvia D’Amico e Roberta Mattei.

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 ??  ?? Produttore Valerio Mastandrea (43 anni) ha prodotto «Non essere cattivo». In alto, una scena del film: al centro l’attore Luca Marinelli (30)
Produttore Valerio Mastandrea (43 anni) ha prodotto «Non essere cattivo». In alto, una scena del film: al centro l’attore Luca Marinelli (30)

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