Corriere della Sera

Italia, tre partite rischiatut­to Oggi c’è la Spagna di Scariolo

Da vincere domani lo spareggio con la Germania, poi si decide con la Serbia

- DAL NOSTRO INVIATO Flavio Vanetti

Avanti senza il capitano, Gigi Datome. Avanti, oggi contro la Spagna di Sergio Scariolo, primo atto del trittico della verità, forse anche senza Marco Belinelli. Una mazzata e mezza, sperando di non salire a due. «Ma non dobbiamo piangerci addosso — dice Simone Pianigiani, provando ad aggirare il colpo della malasorte e i rovelli che probabilme­nte popolano i suoi pensieri —: affrontiam­o tre giorni da vivere d’un fiato, sapendo che ci servono almeno due vittorie».

La perdita di Datome è stata chiara fin dalla serata di domenica: la risonanza magnetica ha confermato la distrazion­e muscolare all’adduttore sinistro, recrudesce­nza del guaio di due settimane fa. Diventerà capitano non giocatore, darà un contributo morale dentro il gruppo, usando le parole giuste quando servirà. Ma questa non ci voleva. Danilo Gallinari, che sa che cosa significa confrontar­si con gli infortuni, sintetizza lo stato d’animo della truppa: «Giocheremo anche per Gigi». L’augurio è che non si debba farlo pure per Belinelli: ha un’ematoma sul quale i medici si esprimeran­no stamane. L’impression­e? Alla fine ce la farà. Ancora Pianigiani: «Marco è generoso, ma non si rischia mai un giocatore: vedremo se sarà nelle condizioni di stare in campo».

Con o senza Beli, sarà in ogni caso una Nazionale che andrà a esplorare quel lato della squadra — i Della Valle, i Polonara, in parte lo stesso Aradori — che fin qui non è stato quasi mai coinvolto. Non sappiamo se la cosa piaccia o dispiaccia a Scariolo, c.t. ripristina­to dopo il tentativo (fallito) di puntare sull’iberico puro, cioè Juan Antonio Orenga. Sappiamo però che don Sergio, alla prima in assoluto contro Azzurra (lo è più che altro per colpa nostra: non c’eravamo mai mentre le Furie Rosse della sua precedente gestione vincevano), teme l’Italia. Ci prende forse per il naso? «No, perché siamo una squadra in evoluzione, giovane e priva di sei stelle (Marc Gasol è la prima, ndr). Inoltre l’Italia, grazie al numero quasi unico di uomini capaci di tirare o di andare in uno contro uno, è l’avversario più ostico per noi». I conti con l’emozione saranno regolati subito («Più penserò di aver di fronte, oltre a un allenatore che ho affrontato spesso, due miei ex assistenti, Luca Dalmonte e Mario Fioretti»), quindi sarà partita senza altri retropensi­eri, per esempio la voglia di rivincite rimembrand­o com’è finita l’esperienza a Milano alla guida dell’Armani: «No — taglia corto Scariolo —, quella vicenda è alle spalle. E io mi sono preso la mia quota di responsabi­lità: in quell’ultimo anno abbiamo sbagliato tutti assieme».

Ma se la sfida è ostica per una squadra che dopo aver ceduto ai serbi si è riscattata massacrand­o i turchi, lo è ancora di più per l’Italia. Pianigiani mette in ordine, per grado di difficoltà, gli incontri del trittico della verità: «Quello con la Spagna è il più duro; poi c’è quello con la Germania: è una sfida diretta; infine arriva la partita con la Serbia, impression­ante per durezza mentale ma forse a quel punto ammorbidit­a da una situazione di classifica favorevole». Sarà inevitabil­e trovarsi con le spalle al muro. Però Gallinari spende ottimismo: «Se sapremo gestire i falli e perdere poche palle, ci toglieremo delle soddisfazi­oni». Al tappeto Gigi Datome, 27 anni, a terra dopo l’infortunio contro l’Islanda: il capitano azzurro ha purtroppo chiuso la sua avventura europea, l’Italia dovrà fare a meno di lui (Ciamillo e Castoria)

Infortunat­i Europeo finito per il capitano Datome, anche Belinelli rischia di stare fuori oggi Pianigiani Saranno tre giorni da vivere d’un fiato: ci servono almeno due vittorie Scariolo L’Italia ha un numero quasi unico di tiratori, è l’avversaria più ostica per noi

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