Il lato istrionico di Andrea Camilleri e la serialità d’autore
Festa grande per i 90 anni di Andrea Camilleri, «il papà di Montalbano». Domenica sera, su Rai3, poco prima di mezzanotte è andata in onda una replica del docu-film Camilleri. Il maestro senza regole. Da qualche parte avevo letto che sarebbe stato proiettato il documentario Andrea Camilleri, io e la Rai con la regia della nipote dello scrittore, Alessandra Mortelliti.
Forse ho letto male, forse era il desiderio di ripercorrere un pezzo di storia della Rai (quando l’azienda era nella sua fase aurorale ed esplosiva e molti intellettuali ne erano attratti…), ma certo la delusione è stata grande: la celebrazione della Mannino
Vincitori e vinti
ITALIA - BULGARIA Gigi Buffon Gli Azzurri contro la fiction: per Rai1 6.564.000 spettatori, 38,9% di share IL SEGRETO Megan Montaner La fiction contro gli Azzurri: per Canale 5 3.669.000, 16,4% di share non è un granché, anche se svela il lato istrionico dello scrittore siciliano.
Camilleri davanti alla telecamera è uno spettacolo: recita benissimo, conosce i tempi e i modi della rappresentazione, soprattutto si piace. Andrea Camilleri, io e la Rai è stato invece proiettato ieri sera in via Asiago (la sede storica della radio), un appuntamento aperto a tutti. La Rai dev’essere oltremodo riconoscente a Camilleri: non solo perché è stato suo dipendente (bisognerebbe riflettere sul fatto che i Camilleri non abitano più in Viale Mazzini…) ma perché la serie di Montalbano, prodotta da Carlo Degli Esposti, ha fatto intravedere in questi anni la possibilità di creare anche in Italia una serialità d’autore. Che significa: puntare al catalogo (come un libro classico, Montalbano non perde d’interesse, le sue repliche fanno sempre il pieno d’ascolti), alla buona scrittura (sceneggiatura e regia sono molto curate).
Si è anche aperto un curioso dibattito: c’è chi, alla pagina scritta, preferisce quella televisiva, sostenendo che il Montalbano interpretato da Zingaretti è più efficace, meno manierato di quello dei romanzi. Quando il commissario ripete ossessivamente «Montalbano sono» non è una formula di presentazione ma un marchio editoriale. Quasi un tentativo di emancipazione.