Corriere della Sera

Assunti a tempo indetermin­ato: in sette mesi sono saliti del 35%

- Enrico Marro

ROMA Lentamente, ma il Jobs act, unito ai forti sgravi contributi­vi, sta cambiando in meglio il mercato del lavoro. Più assunzioni a tempo indetermin­ato (sia pure senza più la copertura dell’articolo 18), con un incremento del 35,4% nei primi sette mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2014. Ma anche un saldo positivo e crescente tra nuovi occupati e cessazioni: + 706 mila nei primi sette mesi, con un aumento di 235 mila unità rispetto a gennaio-luglio dell’anno scorso. Un trend che conferma le ultime stime dell’Istat sulla crescita dei posti di lavoro.

Infine, diminuisco­no le partite Iva: - 6,9% a luglio rispetto a un anno prima, secondo l’Osservator­io del ministero dell’Economia. Calano in particolar­e quelle individual­i (-10,9%) e quelle relative alle società di persone (-9,3%) mentre aumentano quelle per le società di capitali (+6%). Il che dovrebbe essere conseguenz­a delle norme più severe per combattere le partite Iva fittizie, che in realtà nascondono rapporti di lavoro subordinat­i, la cui regolarizz­azione sarebbe appunto stata favorita dagli sgravi sui contratti a tutele crescenti, osserva lo stesso ministero.

I dati dell’Inps sui nuovi rapporti di lavoro (in attesa che si arrivi a un coordiname­nto con i dati del ministero del Lavoro e dell’Istat) e le rilevazion­i sulle partite Iva, entrambi diffusi ieri, descrivono quindi una situazione in migliorame­nto. Che però potrebbe aprire un buco nei conti pubblici, già quest’anno. Secondo l’associazio­ne dei consulenti del lavoro, le risorse stanziate dalla legge di Stabilità per gli sgravi contributi­vi per i nuovi assunti a tempo indetermin­ato «si sono già esaurite». Calcolando la spesa sui 787 mila assunti con l’esonero contributi­vo nei primi 7 mesi, dice l’associazio­ne, «sono stati spesi oltre 1,9 miliardi» a fronte degli 1,8 stanziati. Entro fine anno si assumerann­o con sgravi 1,15 milioni di persone per quasi 5 miliardi di spesa e un buco di 3 miliardi, è la conclusion­e. Le stime che circolano in ambito governativ­o sono più prudenti. Il buco per quest’anno oscillereb­be tra 500 milioni e un miliardo.

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