IL VERO RINASCIMENTO PARTE DALLA TERRA
consumatori inconsapevolmente loro complici. Oggi in campagna un kg di grano convenzionale è pagato circa 20 centesimi, un litro di latte circa 35 centesimi, un kg di pomodori 8 centesimi. Con questi prezzi, utilizzare tutti i mezzi possibili per sopravvivere, compresi concimi, veleni, sementi Ogm e manodopera a basso prezzo può non essere cinismo, ma necessità di sopravvivenza.
La conclusione è che, della situazione che sta emergendo ora, il responsabile non è solo il contadino che usa i braccianti in nero a basso costo e che non è in grado, culturalmente, di fare il salto verso un’agricoltura diversa, o il caporale che se ne approfitta, o i commercianti senza scrupoli, o le multinazionali della chimica, o le facoltà agricole delle università: siamo tutti noi che abbiamo aperto le porte, inconsapevolmente, a un pensare morto e che partecipiamo a un sistema economico che alimentiamo continuamente con le nostre scelte senza chiedere cosa stia dietro un prodotto e dietro il suo prezzo.
Il prezzo è elemento fondamentale per una sana economia. Dobbiamo lavorare intensamente e consapevolmente alla definizione, al rispetto e alla responsabilità verso il «giusto prezzo». Dobbiamo essere consapevoli che sono fonte di malattia economica e sociale sia un dato a Krusciov sull’intervento armato, aprì il confine e permise a chi lo desiderava di fuggire dalla repressione. Allora come oggi, però, la Jugoslavia e la Serbia erano e sono terra di transito, non di approdo: non per sminuire i meriti passati e presenti di Belgrado, ma se la Serbia (e la Macedonia) fossero già membri dell’Unione Europea, le loro politiche sarebbero certamente assai diverse. Il ricordo della battaglia vinta 559 anni fa dalla coalizione ungaro-serba, capeggiata dal frate abruzzese Giovanni da Capestrano, che ritardò di settant’anni l’invasione turca dei Balcani, non è stata rimosso né eliminato, anzi: è parte importante dell’identità europea di questi Paesi di frontiera, che contrariamente a quelli occidentali, Italia in primis, hanno un culto quasi ossessivo, anche se spesso selettivo, della memoria prezzo alto, che alimenta l’egoismo del produttore, sia un prezzo basso che alimenta l’egoismo del consumatore.
In ultima analisi, dobbiamo prendere coscienza che è ogni singolo individuo, con le quotidiane scelte di acquisto, il vero elemento propulsore dell’economia. Solo un consumatore consapevole, che s’informa e pretende di sapere, eviterà l’avvelenamento della Terra, la distruzione dei suoli e del paesaggio agrario, l’avvento degli Ogm, la degradazione degli animali e la morte di fatica nelle campagne. Il compito oggi è sempre più quello di promuovere e sostenere realtà agricole che creino nuovi organismi naturali e sociali. Possiamo tutti essere partecipi di questo Rinascimento che, dalla Terra, irradierà inesorabilmente ogni altra realtà economica e culturale e dal quale partirà il rinnovamento dell’intera civiltà.
Presidente di EcorNaturaSì
Futuro Bisogna promuovere realtà che creino nuovi organismi naturali e sociali
storica.
Parlando di rifugiati, comunque, è bene ricordare che l’Ungheria di Horthy nel 1939 aveva dato asilo a varie migliaia di polacchi, mentre dieci anni dopo quella di Rákosi accolse numerosi profughi dalla Grecia, dove la guerra civile si era risolta in una sconfitta per le forze di sinistra; inoltre, che l’apertura della «cortina di ferro» nella primavera del 1989 avvenne grazie al governo ungherese, al quale furono riconosciuti meriti decisivi nella riunificazione della Germania.
Naturalmente tutto ciò non deve suonare come una difesa ufficiale di Orbán, che si sta ergendo a simbolo del populismo identitario europeo: se le forze che si oppongono a quest’ultimo ragionano e comprendono, possono prevalere, ma se si limitano all’anatema sono destinate a soccombere.