Corriere della Sera

I colori ritrovati Godiamoci le rose d’autunno

- di Carlo Contesso

Questa settimana sono andato a trovare un’amica, proprietar­ia della prima Villa Pisani (nella foto) costruita nel 1500 a Vescovana, a sud di Padova, e del suo splendido giardino creato nell’800 dall’ultima contessa Pisani: un giardino vittoriano dove lo stile all’italiana è reinterpre­tato all’inglese, con influssi islamici e olandesi: un giardino cosmopolit­a come chi l’ha voluto. Che cambiament­o dalle visite in piena estate. Le rose allora stanche, che sembravano appassire appena sbocciate, ora sono belle, fresche, piene di vita. Certo, le lunghe aiuole che in aprile saranno un tripudio di tulipani, sono ora segnate solo da geometrici bossi, ma i melograni piegano i rami carichi di frutti arrossiti, le stembergie pennellano di giallo brillante l’erba del parco, e tutt’intorno s’intravedon­o i primi tocchi di giallo e di quel caldo color fulvo che prendono le foglie quando virano colore, tra gli alberi secolari. Fa più fresco, le giornate si accorciano, ma in giardino colore e fiori non mancano: molte rose a fioritura ripetuta danno il meglio ora, e molte di quelle che ammiriamo sui libri inglesi con delicate sfumature tra il rosa antico e il pesca, che per il caldo in estate da noi invece perdono completame­nte la parte gialla e prendono un tono livido, ora hanno il colore più bello. Autunno e inverno hanno una cattiva reputazion­e, iniziata già dai classici: nell’iconografi­a statuaria il primo era un giovane ubriacone, il secondo un vecchio barbuto; mente la primavera una giovanetta piena di fiori, e l’estate un’altra carica di spighe e frutti (mentre una signora non più giovane dall’aria un po’ stanca sarebbe più veritiero). Godiamoci le rose d’autunno tanto quanto quelle di maggio, i colori e le fioriture profumate dell’inverno: danno altrettant­a, se non più gioia che nelle stagioni «femminili».

carloconte­sso@yahoo.com

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